E’ una “guerra” un po’ strana quella che si è svolta a partire dal 2017 intorno ai cioccolatini piemontesi per antonomasia. I famosi gianduiotti che quasi tutti, almeno una volta, abbiamo assaggiato. Detta così fa sorridere, ma il giro d’affari che ruota intorno a questo prodotto è di circa 200 milioni di Euro. Oggetto del contendere, che vede contrapposti coloro che richiedono l’attibuzione dell’Igp (Indicazione geografica protetta) e la multinazionale svizzera Lindt, era la ricetta originale. La Lindt detiene il marchio Caffarel, inventore ufficiale del cioccolatino contestato, e voleva che fra gli ingredienti della ricetta venisse incluso anche il latte. Un affronto inaccettabile per i mastri cioccolatai piemontesi. (continua dopo la foto)
Ma proprio oggi il “Comitato del Giandujotto Torino IPG” ha rilasciato un comunicato per annunciare che fra la multinazionale svizzera e i produttori italiani è stato trovato un accordo. “Il Comitato del Giandujotto ringrazia Lindt & Sprungli per l’accordo raggiunto a seguito della riunione che si è svolta presso la sede della Regione Piemonte”, si legge nella nota. “Detto accordo,che prevede la coesisteza dei marchi storici della Caffarel e l’IPG del Giandujotto di Torino, rappresenta la giusta ed equa valorizzazione delle istanze portate avanti dalle parti”. Secondo il Comitato, l’incontro odierno ha permesso all’azienda svizzera di capire l’importanza del prodotto per il tessuto sociale e imprenditoriale piemontese. (continua dopo la foto)
“Lindt e Sprungli Spa, con i suoi storici marchi Caffarel, rappresenta la storia della cioccolateria piemontese”, continua il comunicato. “Pertanto il Comitato la considera un’azienda strategica per la valorizzazione e la promozione del giandujotto”. Il Comitato ha poi voluto ringraziare le istituzioni. In particolare il Presidente della Regione Alberto Cirio e Mauro Rosati, presente in rappresentanza del ministro Lollobrigida. “Ora spetta a tutte le aziende cioccolatiere del Piemonte scrivere insieme un nuovo capitolo della storia del Giandujotto”, conclude la nota.
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