Il Movimento 5 Stelle vuole introdurre l’educazione sessuale a scuola (a partire dalle elementari), infilandoci dentro anche, ovviamente, il gender. Così se ne discute a Montecitorio, dove nasce un vero e proprio battibecco tra la Lega, la presidente di turno dell’Aula, la dem Anna Ascani, e il M5S. Tutto accade durante la discussione delle mozioni sulle iniziative a favore del comparto della scuola e del diritto allo studio. Come riporta l’Agi, il governo dà parere favorevole ad alcuni impegni contenuti anche nelle diverse mozioni delle forze di opposizione, purché riformulati. Un punto in particolare, però, manda su tutte le furie la Lega. Ne parla prima la pentastellata Anna Laura Orrico, che spiega: “Chiediamo che venga introdotta nelle scuole l’educazione sessuale e affettiva, che diventi strutturale lo psicologo a scuola, come tutte quelle figure che possono aiutare i nostri giovani contro il disagio minorile”. Ma il leghista Rossano Sasso non ci sta e si scatena. (Continua a leggere dopo la foto)
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La richiesta fa sbottare Rossano Sasso, il quale replica: “Cosa prevede come urgenza fondamentale per i nostri studenti, per le famiglie, per la nostra comunità scolastica la mozione di M5S? L’educazione sessuale fin dal primo ciclo della scuola, cioè l’educazione sessuale ai bambini di prima elementare, bambini di 6 anni, che forse avrebbero altre esigenze”. Poi smaschera la Orrico e i 5Stelle: “Lo avete messo nero su bianco: il punto 13 prevede la propaganda gender e l’educazione sessuale a bimbi di 6 anni. Queste sono le loro esigenze. Non ve ne vergognate, colleghi. Allora, voglio essere chiaro: finché ci sarà la Lega al governo la propaganda di gender se la scordano i colleghi del Movimento 5 Stelle”. Ma non finisce qui, perché poi viene il “bello”. (Continua a leggere dopo il video)
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Gender a scuola, Rossano Sasso disintegra il M5S
Morde ancora Rossano Sasso contro il M5S e il gender a scuola: “Se proprio ci tengono a fare educazione sessuale a bambini di 6 anni se la facciano nelle loro sedi di partito e non approfittino della scuola, senza il consenso dei genitori, obbligando dei bambini alle loro porcherie“. La presidente Ascani, a quel punto, interviene richiamando all’ordine: “Collega Sasso, l’espressione ‘le loro porcherie’ non è consentita ed è offensiva nei confronti dei colleghi”. Ma Sasso non ci sta e ribatte: “Non sto offendendo. Presidente, accolgo il suo invito e mi diletterò nell’individuare dei sinonimi di porcherie, nefandezze, oscenità, turpiloquio, perché questo è quello che prevede l’educazione sessuale”. Fortunatamente, quel punto soccombe sotto i voti contrari del centrodestra.
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