La storia la scrivono i vincitori, è sin troppo scontato ribadirlo, eppure è necessario farlo per rimarcare quella che Stefano Puzzer ha definito “una vergogna”. Il leader delle proteste contro il Green pass al porto di Trieste non è affatto soddisfatto di come Rai 1, in prima serata, abbia “riscritto” la storia sua e dei suoi compagni di battaglia. Magari tra i nostri lettori c’è qualche fan di Blanca, che in effetti è una fiction gradevole e di un certo successo, con protagonista una consulente non vedente della polizia. Il caso è scoppiato per una scena in commissariato, in particolare per un colloquio, e riteniamo opportuno citare alla lettera il seguente passaggio: “Tre anni fa a Trieste, durante uno sciopero dei portuali, io ero a capo del servizio di ordine pubblico. La situazione era tranquilla, poi i manifestanti hanno cominciato ad aggredirci, e io ho ordinato la carica. Poi la situazione si è calmata, Frida era a terra, uccisa da un colpo violento alla testa. Il processo poi ha dimostrato che il colpo era stato inferto da uno dei dimostranti, ma per anni non si è mai rassegnato”. Peccato che le cose in quella nefasta settimana di marzo, in piena psicosi collettiva per via del Covid-19, non andarono proprio così. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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La serie Blanca, trasmessa su #Rai1, cita un episodio che ricorda le proteste e il connesso sciopero dei portuali a Trieste.
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 14, 2023
Il capo della Digos afferma che ordinò la carica dopo l’aggressione dei manifestanti. pic.twitter.com/a7EzcRktnj
Vergogna in prima serata
Ebbene, è sin troppo facile capire le ragioni di Puzzer e dei suoi, “trattati come assassini”, laddove abbiamo ancora le immagini di Puzzer e dei portuali triestini in un sit-in pacifico e composto al molo 17, inondati dall’acqua gelida degli idranti di quella polizia che – se pur in una fiction – diventa la parte lesa di tutta l’imbarazzante vicenda. Massima solidarietà a Stefano Puzzer, la cui grandezza sta anche nel fatto che, da vaccinato e detentore del Green pass, non avrebbe avuto alcun problema a lavorare, ma ha preferito schierarsi dalla parte dei suoi colleghi, cui immediatamente è stata affibbiata l’etichetta odiosa di “No Vax” per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale. Intervistato da Francesco Borgonovo per La Verità, Puzzer appare comprensibilmente amareggiato: “È veramente allucinante, alla fine è chiaro che si riferiscano a noi portuali, anche se dicono che ogni riferimento è puramente casuale. Il fatto di far passare in una fiction i portuali come quelli che hanno attaccato le forze dell’ordine, mentre noi eravamo lì solamente per difendere i nostri diritti, è veramente schifoso e vergognoso”. Per Puzzer il fatto è grave ed è sintomo di un clima, fomentato ad arte, di divisioni e contrapposizioni, che evidentemente non accenna a terminare: “Non siamo neanche in un regime o una dittatura, ma dentro a qualcosa di peggio”. Oltre che per la Rai e per lo sceneggiatore della fiction, Stefano Puzzer ne ha anche per gli attori che recitano in Blanca, e segnatamente: “Stavano parlando di me, di noi, di persone che hanno messo in gioco tutta la loro vita: se io fossi un attore, e dovessi interpretare un ruolo simile, me le farei queste domande. Vuol dire che questa gente una coscienza non ce l’ha”. Dal punto di vista personale, Stefano Puzzer racconta che dopo il licenziamento sta facendo tutti i lavori possibili in attesa dell’appello in febbraio per la causa di lavoro, ma è disposto ad arrivare anche in Cassazione. “Quale sindacalista avrebbe fatto ciò che ha fatto Puzzer?”, si domanda Borgonovo. E ancora: “Perdi il lavoro e ti ritrovi anche la Tv pubblica che ti fa passare per un facinoroso, ma stiamo scherzando?”. (Continua a leggere dopo la foto)
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La commissione d’inchiesta
Sollecitato, poi, dall’intervistatore in merito alla commissione d’inchiesta parlamentare sul Covid, Puzzer si augura che non serva per dei “dispetti” tra politici di opposti schieramenti, e afferma che si dovrebbe pensare concretamente “a chi adesso sta a casa con gli effetti avversi da vaccino, a chi ha perso la vita, a chi ha perso la salute e il lavoro”, aggiungendo: “Ci sonò anche persone che credevano nel vaccino e adesso si trovano ammalate, cosi come c’è chi ha dovuto cedere al ricatto del vaccino per andare a lavorare. Però non può esistere uno Stato che non abbia le palle di riconoscere quello che ha fatto. E che per lo più, per coprire le sue malefatte, si inventa addirittura una fiction”.
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