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“Ottocentomila persone a rischio”, i pericoli della farina di grillo. Come riconoscere i cibi a base di insetti

Pubblicato il 26/04/2023 18:58

Purtroppo per gli autocrati di Bruxelles, l’idea di dare il via libera all’impiego alimentare della farina di grilli non ha ottenuto grande riscontro, a parte l’approvazione di qualche fanatico. Non lo diciamo per sciovinismo (anche se non ci sarebbe nulla di male) in quanto detentori della cucina migliore al mondo, ma con solide argomentazioni scientifiche, come quella per cui la chitina, che è alla base dell’esoscheletro degli insetti, non è assimilabile dall’organismo umano. Persino la Repubblica, che, come abbiamo riportato, era naturalmente in prima fila per propagandare l’ultima follia di Bruxelles, ora parla di allergie e disturbi, gonfiore e vomito fino, nei casi più gravi, allo shock anafilattico. Il problema riguarderebbe ben ottocentomila persone, ovvero coloro che sono allergici “a gamberi e crostacei, ma anche a molluschi e acari”. Casi di allergie sono già stati registrati in Cina, Stati Uniti e, in misura minore, in Europa. Secondo gli esperti della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), citati dal quotidiano romano, la maggior parte delle allergie alimentari associate al consumo di insetti “deriva da due proteine che stimolano negli individui suscettibili la produzione di anticorpi associati alle reazioni allergiche. Queste riconoscono le proteine nemiche e innescano la cascata di reazioni responsabile dei sintomi caratteristici delle allergie alimentari”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le allergie a cibi a base di insetti possono manifestarsi anche come conseguenza di un’allergia ad altri alimenti, “per via della reattività crociata”, dunque, più che di ottocentomila persone stiamo parlando verosimilmente di svariati milioni di italiani. “In letteratura scientifica sono già stati riferiti numerosi casi di pazienti con reazioni a farine di artropodi, in particolare a farine di grilli”, sottolinea Mario Di Gioacchino, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic). Dunque, la domanda che tutti ci facciamo, a cui tenteremo di rispondere, è: Come riconoscere i prodotti a base di farina di insetti? Alcuni prodotti con l’aggiunta di farina di insetti sono infatti già in vendita in popolari supermercati come Lidl, Conad, Coop o Esselunga. Ma non basterà leggere l’etichetta, quanto interpretarla, quasi decifrarla: l’etichetta stessa, infatti, non riporterà “farina di insetti” o, semplicemente, “contiene insetti”, ma il loro nome scientifico. Nel caso della farina di grillo la dicitura riportata sarà Acheta domesticus. Per le larve del verme giallo della farina si leggerà la dicitura Tenebrio Molitor. Infine, la larva del verme della farina minore verrà identificata attraverso il nome scientifico Alphitobius diaperinus. Inoltre, occhio al prezzo, giacché la farina di grilli usata come materia prima è ben più costosa di quella “normale”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Tornando ai rischi, non va dimenticato che alcuni insetti contengono antinutrienti, come la chitina, di cui abbiamo già scritto, che ha un effetto negativo sulla digeribilità e l’impiego delle proteine. Altri esempi di sostanze antinutrienti sono i fitati e gli ossalati, che riducono l’assorbimento di minerali essenziali per l’uomo, quali il calcio, lo zinco, il manganese, il ferro e il magnesio.

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