x

x

Vai al contenuto

“Ecco perché alla fine Draghi dirà di sì”. Sorgi svela il bluff: “Tanto rumore per nulla”

Pubblicato il 17/07/2022 14:31

Quella di Giuseppe Conte a Mario Draghi sembra assumere sempre più i contorni di una telenovela argentina. Nell’arco di una manciata di ore si è assistito a tutto ed il contrario di tutto: le dichiarazioni di sabotaggio della fiducia del M5S, le successive uscite dei leader dei partiti che non vedevano l’ora di andare al voto, le relative dimissioni di Mario Draghi dalla carica di Presidente del Consiglio, puntualmente rigettate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per poi arrivare ad una (quasi) retromarcia di 5 Stelle. Gli scenari possibili sono molteplici ma, in fondo, dopo tante sceneggiate, è facile che tutto rimanga esattamente come prima.
(Continua a leggere dopo la foto)

La profezia di Marcello Sorgi

Una sorta di “pistola sul tavolo”, dice David Parenzo nella puntata di ieri di In Onda, su La7, riferendosi alle richieste di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle. In studio c’è anche l’editorialista della Stampa, Marcello Sorgi, che incalzato sul come potrebbe Mario Draghi accettare le nove richieste dei pentastellati e, dunque, continuare a governare, risponde: «Perché glielo chiede Joe Biden, Ursula von der Leyen, alcuni leader europei, i governatori delle Regioni, i sindaci, i sindacati, Confindustria, i medici eroi del Covid, glielo chiede il paese». Una posizione scomoda quella Premier, il quale – secondo Sorgi – potrebbe convincersi anche a scendere a compromessi. Draghi, infatti, «può fregarsene e confermare le dimissioni, stavolta irrevocabili», ma resta il fatto che Draghi ha ancora la fiducia nonostante il non voto dei 5Stelle. E non è detto che mercoledì «debba esservi un voto».
(Continua a leggere dopo la foto)

Draghi fa la pace e tutto come prima

Dunque, secondo Sorgi, ci sono tutte le prospettive per portare avanti il tentativo di ricucire il rapporto tra Draghi e Conte, a prescindere dalle dichiarazioni di fuoco e dai veti. «In queste situazioni bisogna valutare il tono», e quello utilizzato da Conte ieri è stato molto più “soft”: «Ieri il Movimento era sulle posizioni della vicepresidente Taverna, ovvero ‘li sfonnamo’. C’è un grande cambiamento con quello sentito stasera, Conte ha fatto una straordinaria offerta di pace», dice l’editorialista. Sarà pace, dunque? Un grande caos mediatico per poi arrivare ad un nulla di fatto? La cosa non stupirebbe.

Potrebbe interessarti anche: Le bugie di Sala: ordina il razionamento idrico ma il capo dell’acquedotto lo sbugiarda. Che vergogna