“Guai a non votare per il centrosinistra”. No, non è lo slogan elettorale (tra l’altro non proprio accattivante) pensato da Enrico Letta per risollevare le sorti del Partito Democratico. Bensì un monito della banca americana Goldman Sachs, non nuova per la verità a interferenze nella vita politica del nostro Paese. Con l’avvicinarsi delle prossime elezioni, che salvo colpi di scena si terranno nel 2023, l’istituto è così tornato alla carica, indicando quali sono i partiti che, a suo dire, non devono trionfare alle urne. Non solo in Italia, ma anche in Spagna e Grecia, altre nazioni in cui gli elettori saranno presto chiamato al voto.
Come raccontato da Gianluca Baldini sulle pagine della Verità, secondo la banca d’affari “implicito in queste consultazioni è il rischio di discontinuità politica, che è particolarmente rilevante nell’Europa meridionale in quanto la Regione è il principale contenitore del Recovery Fund, il cui focus su investimenti e riforme richiede un forte grado di continuità politica nel tempo”. Con particolare attenzione all’Italia, che “resta il Paese più a rischio di discontinuità politica”.
Insomma, “l’avvicinamento delle elezioni potrebbe diventare un catalizzatore per rinnovate preoccupazioni circa la sostenibilità del debito”. Inoltre “un cambiamento nella coalizione di governo è probabile che rafforzi l’incertezza sull’implementazione del Recovery Fund, il suo impatto sulla crescita e infine il suo supporto alla sostenibilità del debito pubblico”. Un cambiamento all’orizzonte, secondo Goldman Sachs, non sarebbe quindi auspicabile. Tradotto, senza tanti giri di parole: votate per il centrosinistra, dato in difficoltà da tutti i sondaggisti.
Ancora una volta, dunque, un istituto straniero agita lo spettro di un “rialzo dei tassi di interesse, con i btp che rischiano di tornare a essere sorvegliati speciali dei mercati obbligazionari governativi a causa dei rischi legati agli esiti delle elezioni politiche 2023 e all’impatto che potranno avere su Recovery Fund e investimenti”. A metà tra l’auspicio e la minaccia, un invito a ignorare il blocco di centrodestra e preferire, invece, quella stabilità che a detta della banca sarebbe rappresentata dai partiti più moderati, Pd in testa. Nella speranza, condivisa da Bruxelles, che Draghi resti al governo. Parlare di interferenze e manipolazioni è addirittura riduttivo.
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