Nelle ore successive alla manifestazione di Roma, ecco che i nodi iniziano a venire, uno dopo l’altro, al pettine. E la strategia del governo, di colpo, a sembrare più chiara. Prima, la ministra Luciana Lamorgese, che pure per il ruolo che ricopre dovrebbe avere a cuore la sicurezza degli italiani, ha lasciato che gli estremisti di Forza Nuova si infiltrassero dentro la manifestazione contro il Green pass. Con le scontate conseguenze. Ora, ecco arrivare già i tentativi di limitare la libertà dei cittadini di esprimere il proprio dissenso, giustificati proprio dagli scontri.
Come rivelato dal Corriere della Sera, infatti, dopo aver portato la propria solidarietà al segretario confederale della Cgil Maurizio Landini, Draghi ha iniziato a confrontarsi con i suoi fedelissimi sulla possibilità di “una stretta ai cortei”, sull’onda di indignazione per gli scontri avvenuti nelle scorse ore. Un primo passo potrebbe essere quello di applicare criteri più stringenti prima di concedere il via libera alle manifestazioni, con verifiche ulteriori dei possibili rischi.
Al vaglio, sempre secondo il Corriere, anche l’idea che d’ora in avanti “le autorizzazioni alle manifestazioni statiche potranno essere rilasciate soltanto con garanzie reali di rispetto delle regole da parte degli organizzatori”. Un tema sul quale si starebbero anche già confrontando la ministra Lamorgese e il sottosegretario delegato alla Sicurezza Franco Gabrielli. Un piano perfetto, insomma, per impedire che gli italiani possano continuare a manifestare il proprio dissenso verso quel ricatto di Stato chiamato Green pass, discriminatorio e senza pari tra gli altri Stati europei.
Riepilogando: Lamorgese ha fatto finta di niente, lasciando che gli estremisti di destra si infiltrassero nella protesta pacifica della capitale per alzare la tensione. Poi, dopo le violenze di una piccola minoranza dei presenti, ecco il governo invocare rapidamente una stretta, con limitazioni per le manifestazioni da qui a seguire. L’ennesimo colpo, durissimo, a una democrazia sempre più di facciata. Tra gli applausi di politici, dal Pd a Renzi passando per M5S e Salvini, che hanno da tempo tradito il mandato ricevuto dagli elettori.
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