x

x

Vai al contenuto

“Nel 2020 84mila morti in più, 58mila legati al virus. Mistero sugli altri 26mila”

Pubblicato il 22/01/2021 18:44

Uno dei grandi problemi fin dall’inizio di questa pandemia è quello della gestione, diffusione e utilizzo dei dati. A più ripreso dati ufficiali, anche pubblicati dal governo, sono poi stati smentiti da altri rapporti. E così oggi salta fuori un altro quesito davvero imbarazzante e preoccupante. A sollevarlo è Federica Olivo sull’HuffingtonPost con un pezzo dal titolo emblematico: “Covid, ci sono 26mila morti in più di quelli che sappiamo”. Scrive la giornalista: “Il tempo della certezza arriverà più avanti, quando tutti i dati saranno disponibili e sarà più facile avere un quadro sulla mortalità dovuta al Covid nel 2020. Al momento, però, due cifre raccontano la scia di dolore, ma anche la complessità che il virus ha portato con sé. Due cifre all’apparenza fredde, ma che racchiudono le vite finite a causa della pandemia. Una di queste è 83985, l’eccesso di mortalità tra febbraio e novembre 2020 rispetto allo stesso periodo 2019. L’altra è 57647, il numero delle persone che secondo l’Iss erano morte per Covid alla stessa data”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conte alla Prot civile

Già a un primo sguardo un elemento risulta chiaro: “Sottratti i decessi per Covid, restano circa 26mila morti di cui ancora non si conosce con certezza la causa. Una forbice che l’Istat sta analizzando”. Bene. “Siamo ancora nel campo delle ipotesi – spiega all’HuffPost Sabrina Prati, dirigente del Servizio Registro della popolazione, statistiche demografiche e condizioni di vita dell’Istat – per avere una risposta precisa dovremo attendere ancora del tempo”. Ma le ipotesi sono sostanzialmente tre: “I decessi che, al 30 novembre, abbiamo considerato da Covid sono quelli validati come tali dall’Iss”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ti potrebbe interessare anche: “Londra non riconosce l’ambasciatore Ue”. Brexit, un altro schiaffo a Bruxelles

“Quello della certificazione delle cause di morte è però un processo lungo, che segue standard internazionali, e che diventa più complesso in momenti come questi – continua – è altamente probabile, quindi, che durante la prima ondata vari casi di Covid non siano stati diagnosticati e, di conseguenza, ci siano una serie di decessi di persone che erano positive ma non erano state testate”. I dati sui decessi dell’autunno e del principio dell’inverno ancora non ci sono tutti: mancano quelli di dicembre. Le cifre relative a novembre sono una stima. (Continua a leggere dopo la foto)

All’interno di quella forbice, però, spiega ancora Prati, “ci sono sicuramente decessi dovuti ad altre cause”. Restano poi le persone che, probabilmente, pur stando male non si sono rivolte agli ospedali per paura del contagio. Questi tre elementi, sommati, contribuiscono a spiegare il gap. Ma l’Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di morti per Covid.

Ti potrebbe interessare anche: “Londra non riconosce l’ambasciatore Ue”. Brexit, un altro schiaffo a Bruxelles