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“Londra non riconosce l’ambasciatore Ue”. Brexit, un altro schiaffo a Bruxelles

Pubblicato il 22/01/2021 17:07 - Aggiornato il 22/01/2021 17:08

Beati loro, verrebbe da dire. Ogni volta che si parla di Gran Bretagna, e a maggior ragione a Brexit realizzata, “beati da loro” lo diciamo ogni volta che leggiamo notizie di loro conquiste e di loro affermazione della sovranità. Liberi più che mai dall’Ue, i britannici danno un altro cazzotto a Bruxelles. Il motivo del contendere ora è lo status dell’ambasciatore europeo a Londra. Sì, perché dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, Bruxelles ha una rappresentanza diplomatica a tutti gli effetti al di là della Manica, trattandosi ormai di uno Stato terzo. Solo che il governo di Boris Johnson si rifiuta di riconoscere pienamente il ruolo dell’emissario Ue, che è il portoghese Joao Vale de Almeida. (Continua a leggere dopo la foto)

“I britannici – come spiega Luigi Ippolito sul Corriere della Sera – sostengono che l’Unione europea non è un vero Stato, ma una semplice organizzazione internazionale alla stregua di Onu o Nato, e dunque i suoi rappresentanti non godono degli stessi diritti e privilegi accordati a quelli delle nazioni vere e proprie. Ad esempio, l’ambasciatore de Almeida non ha potuto recarsi in carrozza a Buckingham Palace, come da tradizione, per presentare le sue credenziali alla regina: ma soprattutto non si può avvalere della piena immunità diplomatica”. (Continua a leggere dopo la foto)

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In tutta risposta, l’Alto rappresentante per la politica estera comunitaria, Josep Borrell, ha scritto al ministro degli Esteri britannico per esprimergli le sue “serie preoccupazioni”: “Le disposizioni offerte non riflettono il carattere specifico della Ue, né rispondono alla futura relazione fra Ue e Regno Unito. Le proposte non costituiscono una base ragionevole per concludere un accordo”. Ma l’ex capo negoziatore europeo per la Brexit, Michel Barnier, ha lanciato un avvertimento ancora più secco: Londra dovrebbe stare “molto attenta” a maneggiare la questione. “Penso che sarebbe saggio per la Gran Bretagna trovare una soluzione intelligente”. (Continua a leggere dopo la foto)

La Ue, spiegano gli europei, non è una “tipica” organizzazione internazionale, come dicono i britannici: promulga leggi, ha una sua moneta, le sue istituzioni e il suo sistema giudiziario. Ma è proprio su questo argomento che è scatta ieri l’ironia dei sostenitori della Brexit. Come ha scritto sul Telegraph un ex eurodeputato dello Ukip, “se la Ue ammette di essere un superstato, bisogna allora degradare gli ambasciatori degli Stati membri a meri emissari provinciali?”.

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