Tanti temi diversi, quelli affrontati da Giuseppe Cruciani nel corso dell’ultima puntata della popolare trasmissione radiofonica La Zanzara. Con due argomenti principali, però, che hanno attirato l’attenzione del conduttore: il caldo di questi giorni e il dibattito in corso sulle sue cause e il concorso di Miss Italia, che a partire da quest’anno ha visto l’iscrizione anche di tante concorrenti transessuali. Partendo dal clima, Cruciani ha tracciato un parallelismo tra questa fase storica e il periodo dell’emergenza Covid e del Green pass: “Ricordate il vaccino obbligatorio? Chi aveva dubbi qualche mese fa veniva subito etichettato come l’antiscienza, come uno stregone, come un complottista, come un nemico della società”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Si diceva che chi non si vaccinava o chi era contro il Green Pass voleva far rimanere l’Italia nel baratro ed era un complottista – ha proseguito Cruciani – Adesso applicano un modello identico di attacchi gratuiti. La stessa cosa sta accadendo drammaticamente in queste ore. Chi nega che l’uomo abbia un ruolo centrale negli eventi climatici viene subito bollato come inquinatore, come negazionista, come se negasse addirittura una cosa come l’Olocausto”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Un nuovo Green pass”. Cruciani denuncia
“Non dovrebbe avere diritto di parola, dovrebbe essere addirittura condannato, dicono alcuni dei verdi, condannato e portato in tribunale, fuori dalle tv – ha proseguito Cruciani – Ecco la nuova religione che avanza: se non condanni l’uomo colpevole di trascinare il pianeta nel baratro, questo caldo alle stelle causato dal cambiamento climatico, sei sostanzialmente un pezzo di merda”. (Continua a leggere dopo la foto)
Infine, Cruciani ha affrontato la questione delle transessuali che desiderano partecipare a Miss Italia: “C’è una corsa all’iscrizione da parte di transessuali. Ovviamente per dire ‘Ecco, siamo donne, possiamo partecipare a Miss Italia’. Voglio ricordare alle suddette transessuali che per carità la provocazione va benissimo, ma non è una battaglia per i diritti. È un concorso privato e l’organizzatrice fa lo stracazzo che vuole, ammette chi sia operato, chi non sia operato, chi è donna dalla nascita, fa quello che vuole”.