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L’Europa danneggia le banche italiane. Ecco come la Ue ha favorito i risparmiatori tedeschi e colpito i nostri

Pubblicato il 26/07/2023 08:59 - Aggiornato il 26/07/2023 09:13

Coi risparmiatori italiani, a suo tempo, l’Unione Europea era stata rigidissima, quasi spietata. Di fronte alle banche in difficoltà, invece, ecco che Bruxelles ha sfoderato la sua seconda faccia, amichevole e molto, molto accomodante. Un Giano bifronte descritto con grande cura da Camilla Conti sulle pagine della Verità, in un articolo che ha riavvolto le lancette del tempo fino al 2013: in quell’anno, la ex cassa di risparmio della provincia di Teramo aveva concesso alla Popolare di Bari circa 300 milioni per il salvataggio della controllata Tercas. L’antitrust Ue, però, si era prontamente opposta, classificando l’operazione come “aiuto di Stato” e imponendo la restituzione della somma, avviando così un circolo vizioso dai risultati drammatici. (Continua a leggere dopo la foto)
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A seguito dell’intransigenza dell’Unione, infatti, si era innescata una catena di eventi che aveva portato, nel 2015, al fallimento di Banca Etruria, Marche, Chieti e Ferrara. Con un pesantissimo carico a danno di azionisti e obbligazionisti. Il presidente Abi Antonio Patuelli aveva sottolineato, nel 2021, le responsabilità dell’Ue, chiedendo un rimborso per gli azionisti che, però, non è mai arrivato né arriverà. (Continua a leggere dopo la foto)

ue banche tedesche

Dov’è finita, oggi, questa linea dura? Apparentemente evaporata nel nulla, visto che secondo il Sole 24 Ore la commissaria ai mercati finanziari Mairead McGuinness avrebbe inviato una lettera ai vertici Abin dalla quale emergerebbe la volontà di riconoscere un ruolo maggiore all’uso dei fondi di garanzia dei depositi. Guarda caso, proprio mentre un colosso tedesco si trova di colpo in difficoltà. (Continua a leggere dopo la foto)

Il Financial Times ha infatti analizzato proprio in questi giorni la situazione della tedesca Bundesbank, sottolineando come l’istituto abbia bisogno di un piano di salvataggio per coprire 650 miliardi di euro di perdite derivanti dal programma di acquisto di obbligazioni Bce. Stavolta nessuno parlerà di “aiuti di Stato”: c’è da scommetterci, senza correre rischi.

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