Nell’imbarazzo di un governo che continua a glissare sull’argomento, facendo finta di non sentire accuse e polemiche, continua a tenere banco la delicata questione dei veri numeri di morti di Covid in Italia dall’inizio della pandemia. Un totale che, a detta di tanti esperti, sarebbe in realtà “gonfiato” da un sistema di conteggio approssimativo, inaffidabile. E che ha spinto ad adottare restrizioni e obblighi a carico della popolazione che, col senno di poi, si sarebbero potuti probabilmente evitare o quantomeno rivedere. L’ennesima conferma in questo senso è arrivata nelle ultime ore dal virologo Matteo Bassetti.
Nel corso dell’ultima puntata del programma L’Aria che Tira, in onda sul La7, Bassetti ha analizzato il problema della conta falsata di morti e ricoverati a causa del virus, spiegando senza troppi giri di parole: “Il malato con tampone positivo non può essere catalogato come Covid, perché magari si trova in ospedale per un altro problema e scopre casualmente di essere anche positivo”. Se non è il virus a causarne il ricovero per delle complicazioni respiratorie, insomma, non andrebbe classificato come “paziente Covid”. Sbagliato anche il modo di catalogare i decessi, a detta del virologo.
Nell’affrontare il tema dei morti causati dal virus, che stando ai numeri ufficiali restano più alti in Italia che nel resto d’Europa, Bassetti ha infatti spiegato alla conduttrice Merlino: “Lei sa come avviene il modulo per refertare la morte del paziente? Ci sono cause primarie e cause accessorie. Se su quel foglio il medico scrive ‘positivo al tampone’ automaticamente poi viene classificato come decesso avvenuto per il Covid. Dovremmo capire quanti di quei decessi sono realmente legati alla polmonite da virus”.
Da qui certe anomalie come, per esempio, il numero ben più basso di decessi da Covid registrato in questi giorni in Spagna: “Sicuramente hanno un modo diverso di contare e catalogare i decessi”. A quel punto il giornalista Alessandro Cecchi Paone, a sua volta ospite della trasmissione, ha obiettato: “Ma così ci mettiamo in un guaio, perché dovremmo rivedere tutte le statistiche degli ultimi due anni”. Risposta di Bassetti: “Questo è proprio quello che dovremmo fare”.
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