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Covid, lockdown e vaccini. I veri numeri sui morti cambiano tutto. Cosa ci hanno nascosto

Pubblicato il 31/01/2024 10:27

Ora sono i numeri a dirlo. In attesa che parta il lavoro della Commissione che deve indagare sulla gestione della Pandemia, se mai comincerà a lavorare sul serio, emergono dati sconcertanti. Che confermano ciò che in molti sospettavano. E cioè che le misure adottate dai governi in carica durante il periodo del Covid-19 furono affrettate o addirittura inutili. E non parliamo solo del protocollo “tachipirina e vigile attesa”, che meriterebbe un articolo a parte. Ma anche del lockdown e del vaccino obbligatorio per tutti, bambini compresi. Perché entrambi furono forzati ed evitabili. E questa non è un’opinione, ma ciò che emerge sui veri numeri delle vittime, sulla loro età e sulle condizioni cliniche pre esistenti. (continua dopo la foto)

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Un rapporto pubblicato nel maggio 2023 indicava come il Covid fosse responsabile del 73% dell’incremento dei decessi nel 2020. E le morti per Covid, in quell’anno, furono il 10,5% del totale. Ma la realtà, spesso, si nasconde dietro ai freddi numeri. A dare un quadro più veritiero ci ha pensato un esperto interpellato da La Verità, lo statistico Eugenio Florean. Lo studioso ha analizzato i dati messi a disposizione dall’Istat. E ha scoperto che il 63% di morti per Covid soffriva di almeno 5 patologie. Per essere più precisi, fra coloro che non riuscirono a sopravvivere il 42,5% soffriva di 6 patologie pregresse e il 20.7% di cinque. Si tratta di numeri importanti, perché non fosse stato per il Covid molti di loro sarebbero sopravvissuti nonostante le loro fragilità. E la loro morte testimonia la pessima gestione dell’emergenza da parte delle autorità. (continua dopo la foto)

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Ma questi numeri dicono anche altro: cioè che a rischiare erano le persone più anziane e i soggetti fragili Non era necessario rinchiudere tutti in casa. E nemmeno costringere tutti a vaccinarsi. I dati sulle fasce d’età, poi, sono clamorosi. Nel 2020, i decessi di persone fra i 40 e i 44 anni attribuiti al Covid furono 199. Tutti questi soggetti erano affetti da quattro o cinque patologie pregresse. Stesso discorso vale per le persone decedute fra i 35 e i 39 anni. E via così. Tutti i soggetti deceduti sotto i 45 anni erano fragili e con una salute già compromessa prima del Covid. Per completezza, comunque, ricordiamo tutti i numeri. Fra i 25 e i 29 anni vi furono 25 decessi. Fra i 15 e i 19 anni, 5. E sotto i 5 anni, furono solamente 2. Numeri indiscutibili, che fanno venire i brividi. (continua dopo la foto)

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Difficile non essere indignati pensando che, di fonte a questi numeri, fu avviata una campagna senza precedenti per far vaccinare bambini e giovani. Che, salvo in caso di gravi fragilità pre esistenti, non ne avevano alcun bisogno. Non vogliamo tornare ancora una volta sul fatto che i sieri a mRNA fossero in parte sperimentali e comunque non testati a sufficienza. Come dimostra la lunga lista di effetti collaterali riportata dalla stessa Pfizer nei suoi report confidenziali sul suo stesso vaccino. Ma se c’era una categoria di persone per cui valeva la pena di affrontare un rischio in cambio di un beneficio, quelli erano gli anziani con fragilità. (continua dopo la foto)

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Fra gli over 70 i numeri sono ben diversi rispetto a quelli citati sinora. Sempre nel 2020, la maggior parte dei decessi (ben 15.926) si concentrò sui soggetti dagli 80 agli 84 anni. E fra gli 85 e i 95 anni e vittime furono circa 22.000. Tutti soggetti con comorbilità, come è logico vista l’età avanzata. Cioè persone già affette da patologie multiple, spesso anche gravi. Era a loro che dovevano essere riservate le dosi del vaccino, naturalmente se sceglievano di farlo. Perché erano loro a rischiare. Sarebbe bastato leggere i numeri, anziché spargere terrore, silenziare e offendere chiunque tentasse di ragionare sui metodi di cura e sul resto, per evitare tante inutili sofferenze. Tanti danni economici e morali. Tante patologie psicologiche fra i ragazzini a cui sono stati sottratti due anni di vita sociale. La domanda dunque è una sola: qualcuno risponderà mai di tutto questo?

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