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Coronavirus, un’azienda di Brescia trasforma maschere da sub in respiratori

Pubblicato il 23/03/2020 19:15

“Easy Covid 19” è il nome della nuova maschera respiratoria di emergenza che consentirà di far fronte alla imminente mancanza negli ospedali delle maschere C-PAP. La particolarità di questo risiede nel fatto che verrà prodotta riadattando una maschera da sub. Il progetto parte dall’idea geniale che ha avuto Renato Favero, ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia. Ci troviamo in provincia di Brescia, uno dei Comuni italiani più colpiti dall’emergenza coronavirus. Tale progetto consiste dunque nella costruzione di una speciale maschera che consente di fornire ventilazione artificiale a un paziente con difficoltà respiratorie, mediante il riadattamento di una maschera snorkeling full face già in commercio.

Il dottor Favero per dare forma al suo progetto si è rivolto all’Azienda bresciana Isinnova. Egli ha tenuto una lezione di ben tre ore a cinque ingegneri dell’azienda per spiegare nel dettaglio come avviene la respirazione all’interno di una maschera C-PAP. Uno degli ingegneri dell’azienda racconta: “A quel punto abbiamo smontato e studiato una delle maschere di Decathlon per valutare le modifiche da fare. Infine abbiamo progettato e stampato in 3D i raccordi di collegamento tra la maschera e tubi ospedalieri standard. Abbiamo realizzato dei prodotti il più commerciali possibile, in grado di adattarsi alla maggior parte dei tubi usati negli ospedali.”

Cristian Fracassi, CEO e fondatore dell’azienda, afferma che i raccordi saranno forniti gratuitamente e che altri stampatori 3D della zona contribuiranno in maniera solidale. Alcuni prototipi della maschera sono stati già testati all’ospedali di Chiari.Isinnova ha condiviso sul proprio sito le istruzioni per costruire il raccordo tra maschera e tubi ospedalieri. «Per impedire eventuali speculazioni sul prezzo del componente abbiamo deciso di brevettare in urgenza la valvola. Ma il brevetto rimarrà ad uso libero, in modo che tutti gli ospedali possano usufruirne. Il Sig Fracassi, inoltre, sottolinea che è importante considerare questo dispositivo come un duspositivo di emergenza. «Tutte le maschere C-PAP hanno svariate certificazioni, la nostra no: è un prodotto modificato artigianalmente, per sopperire alle emergenze. Bisogna sempre preferire quello certificato».

Dunque spiccato ingegno, cooperazione di più parti, rete di solidarietà e riadattamento sono gli elementi chiave di questo straordinario intervento di aiuto per far fronte alle esigenze del Sistema ospedaliero. Gli stessi elementi che dovrebbero ispirare l’azione del governo sul fronte del sostegno alle aziende e alle famiglie italiane.