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“La colpa non è dei proprietari”. Caro affitti, ecco cosa c’è dietro l’emergenza abitativa

Pubblicato il 15/05/2023 22:08 - Aggiornato il 15/05/2023 22:09

Se il mercato immobiliare è drogato dal rincaro dei muti, l’emergenza si riversa, a cascata, sul caro affitti, ma coloro che solidarizzano (strumentalizzano?) con la protesta dei ragazzi che dormono in tenda sono essi stessi parte del problema, come vedremo. Per una semplice legge di mercato l’aumento dei prezzi delle abitazioni, con il contestuale incremento del costo dei mutui, hanno reso più difficoltoso l’acquisto di un’abitazione, spingendo la domanda verso la locazione e trascinando al rialzo i canoni di affitto. Anziché proporre di espropriare le case sfitte o di limitare la concessione ai B&B – tali sono le istanze avanzate dalla sinistra – occorrerebbe rivedere le politiche abitative promosse dalla sinistra stessa nel corso degli anni, anzitutto le sempre più ampie tutele previste per gli inquilini morosi, quando non abusivi, mentre il proprietario non dispone di alcuna tutela, per far valere i propri diritti su un proprio immobile. Sono circa mezzo milione gli inquilini morosi in tutta Italia. E sfrattarli non è così semplice. “Non ci si può fare ingannare dalle notizie”, ha spiegato Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari: la colpa non è di chi si immette nel mercato per affittare una casa vacanza altrimenti sfitta. Il problema risiede altrove. Parla, dunque, di una impostazione “ideologica” Laura Della Pasqua su La Verità, circa le politiche abitative degli ultimi esecutivi, specie da circa dieci anni a questa parte, quando a governare è stato appunto il centrosinistra. Nelle vertenze legali, infatti, il proprietario non ha alcun peso se vive della rendita che gli garantirebbe l’affitto. E, per l’eventuale sfratto, occorrono una media di 18 mesi e una spesa base di 4.000 euro. (Continua a leggere dopo la foto)
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E ancora, se l’inquilino risulti nullatenente, non dovrà risarcire i mancati pagamenti dei canoni. Attualmente, leggiamo ancora su La Verità, sono in esecuzione 150.000 sfratti, il 90% dei quali per morosità. Sicché i proprietari preferiscono lasciare le case sfitte (in Italia, su 8,2 milioni di immobili, il 34,8% è disabitato). Tutto ciò, va da sé, ha penalizzato il mercato e fatto lievitare a dismisura i canoni di affitto. Dunque, o si lasciano le case vuote o si preferisce la formula degli affitti brevi, tipicamente a studenti o a turisti. Se uno studente fuorisede deve arrivare a sborsare diverse centinaia di euro per una stanza in affitto, la soluzione, pertanto, non è quella di fare la “guerra” ai B&B, ma di rivedere l’intera, e fallimentare, politica della casa. Recentemente il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha varato un piano di ristrutturazione di alcuni immobili abusivamente occupati senza prevedere lo sgombero in favore di chi è in graduatoria, da anni, per un alloggio popolare. La situazione è assai critica nei grandi centri, ed emblematico pare il caso di Milano: qui si è riscontrata una costante crescita delle case vuote, dal 28% circa del 2020 sino a un allarmante 45,6% dell’anno in corso, secondo i dati forniti da La Verità e ripresi dagli studi effettuati dal portale Immobiliare.it e che riportiamo nella foto in basso. (Continua a leggere dopo la foto)
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Tutto ciò incide altresì sul tasso di natalità, perché è difficile mettere su famiglia quando non ci si può permettere, non solo, di acquistare un’abitazione, ma neppure di sostenere un canone di locazione. Le nascite, meno di 400mila l’anno, sono ai minimi storici.

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