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“Fa bene ai cardiopatici”, Antonella Viola smentita (anche) dai cardiologi americani

Pubblicato il 02/08/2023 18:25

Varie sostanze possono avere effetti negativi sul sistema cardiovascolare, e questo ci pare pacifico. Tra queste naturalmente anche l’alcol e segnatamente il vino, ma, altrettanto naturalmente, dobbiamo distinguere tra l’uso e l’abuso (come per ogni cosa). Abbiamo aperto così perché quello che a noi sembra un concetto elementare sfugge alla biologa Antonella Viola, i cui deliranti strali contro il vino – “anche un bicchiere soltanto” –, che aumenterebbe addirittura il rischio di sviluppare tumori, non fanno distinzione alcuna tra, appunto, uso e abuso. Ce ne siamo già occupati, necessariamente, quando Antonella Viola ha aggiunto un’altra assurda teoria, ovvero che chi beve vino, anche moderatamente, “ha il cervello più piccolo“. Nella patria della Dieta Mediterranea, una delle poche cose che c’è rimasta di cui vantarci, essendo le eccellenze del Made in Italy tutte o quasi in mano straniera, pullulano i disfattisti. Ma la clamorosa smentita alla professoressa Viola viene addirittura da oltreoceano. (Continua a leggere dopo la foto)
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cardiopatici viola smentita vino

I benefici, a basse dosi

I benefici dall’alcol “a basse dosi” anche per chi soffra di malattia coronarica sono stati confermati dall’American Heart Association, la associazione che riunisce i cardiologi statunitensi. Precisamente l’opposto delle tesi “scientifiche” portate avanti, senza particolari evidenze, dalla biologa Viola. È da pochi giorni disponibile sulla rivista Circulation , nonché sul Journal of american college of cardiology, il testo delle nuove linee guida dell’American Heart Association (AHA) e dell’American College of Cardiologists (ACC) dedicate alla presa in carico, al trattamento e alla gestione terapeutica dei pazienti affetti da malattia coronarica cronica (CCD -Chronic Coronary Disease). Vi possiamo anche leggere: “Tra le raccomandazioni, l’AHA non esclude, per chi già beve abitualmente, la compatibilità di un consumo giornaliero moderato di alcol stimato intorno a poco meno di due unità alcoliche per gli uomini e poco sotto una unità per le donne. (Continua a leggere dopo la foto)
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Una tradizione plurisecolare

Pur non ritenendo opportuno per chi non beve, di iniziare, solo per motivi di salute, un consumo a basse dosi, le linee guida riconoscono l’effetto benefico per la salute cardiaca del consumo limitato e regolare, ribadendo al contempo il rischio aumentato per i consumatori che eccedono le dosi raccomandate o bevono in modo eccessivo in singole occasioni”. La notizia ha trovato, come leggiamo su La Verità, l’ovvio compiacimento di Lamberto Frescobaldi (la mitica famiglia toscana che produce vino da 700 anni, lungo trenta generazioni), che ha ribadito, ove ve ne fosse ancora bisogno, che tutto sta “nel giusto dosaggio”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Un’altra ricerca statunitense

E non finisce qui, perché anche uno studio del Massachusetts General Hospital ha, in luglio, postulato che: “Un consumo lieve pari a non più di un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini – spiega il rapporto guidato dal dottor Ahmed Tawakol – diminuisce l’ansia, rilassa il sistema nervoso e stimola positivamente le attività celebrali”. Dunque, un primo aspetto va osservato: l’effetto non dipende da modificazioni indotte dall’alcol sul sangue, sulla pressione sanguigna o sul colesterolo, come sostiene la Viola, bensì direttamente dal suo impatto sul cervello. Gli studiosi lo hanno verificato analizzando attraverso la risonanza magnetica cerebrale centinaia di persone. È stato notato che le persone che bevevano in media meno di 14 drink a settimana hanno mostrato probabilità inferiori di avere un infarto o un ictus rispetto a chi, invece, non beveva affatto.

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