Per molti ma non per tutti, è in arrivo il cosiddetto “bonus figli”, una misura di welfare aziendale di cui dà conto l’Agenzia delle entrate, proprio in queste ore, attraverso la circolare relativa ai dipendenti con figli a carico, e dunque ai fringe benefit che possono essere loro riconosciuti. Anzitutto, chiariamo per chi non mastica l’inglese o non abbia competenze economiche che per “fringe benefit” si intendono gli elementi aggiuntivi (esentasse) della retribuzione vera e propria. Il bonus per lavoratori dipendenti con figli a carico, in questo 2023, può arrivare a un massimo di tremila euro: Tra le novità introdotte dal Decreto lavoro, infatti, vi è l’innalzamento per il 2023 fino appunto a tremila euro, al posto dei canonici 258,23 euro, il limite entro il quale è possibile riconoscere ai dipendenti beni e servizi esenti da imposte. Naturalmente vi saranno delle condizioni e dei requisiti da dover dimostrare per poter beneficiarne. Vediamo quali. (Continua a leggere dopo la foto)
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Cos’è
Di questo bonus dovranno farsi carico le aziende, che però, a loro volta, saranno libere di scegliere se riconoscerlo oppure no. Nella ampia cornice del cosiddetto welfare aziendale, gli articoli 51 e 100 del Testo unico delle imposte e dei redditi riconosce dei vantaggi fiscali per quelle imprese che vogliano premiare i propri dipendenti riconoscendo – oltre alla normale retribuzione – una certa quota da spendere in beni e servizi, tipicamente con finalità sociale: somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro; servizi di trasporto collettivo o individuali, come pure il rimborso per l’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico; servizi di educazione e istruzione per i familiari del dipendente, anche quelli in età prescolare. Ad esempio gli asili nido, ma anche quei rimborsi per la frequenza di ludoteche e centri estivi o invernali, come pure il riconoscimento di vere e proprie borse di studio. (Continua a leggere dopo la foto)
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A chi spetta
Tornando alla misura del bonus figli, ne potranno godere entrambi i genitori, e per ciascuno dei due si applica il limite di tremila euro, come anticipato, anche qualora abbiano un solo figlio, purché, naturalmente, risulti fiscalmente a carico di entrambi. Tale condizione di figlio fiscalmente a carico dovrà essere verificata con riferimento al periodo d’imposta 2023, si legge nella circolare numero 23/E del primo agosto dell’Agenzia delle entrate. Va ricordato che il Fisco considera a carico i figli con reddito non superiore a 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili). Il limite di reddito può salire a 4mila euro per i figli fino a 24 anni. “Il documento chiarisce inoltre che la nuova agevolazione spetta a entrambi i genitori anche nel caso in cui si accordino per attribuire la detrazione per figli a carico per intero al genitore che, tra i due, possiede il reddito più elevato”, si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate, come si legge sul portale economico Fiscoetasse.com: viene precisato altresì che il beneficio può essere rivolto anche ai genitori che già ricevono l’assegno unico e universale, ad entrambi anche nel caso in cui si accordino per attribuire la detrazione per figli a carico per intero al genitore che, tra i due, anche in questo caso, possieda il reddito più elevato. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come fare domanda
Poiché è il datore di lavoro a scegliere autonomamente se corrispondere o meno dei fringe benefit, approfittando della possibilità che questi siano esentasse entro i tremila euro, non occorre presentare alcuna domanda. Qualora, dunque, l’azienda intenda riconoscere il bonus figli al proprio dipendente, quest’ultimo dovrà produrre una preventiva autocertificazione, essenzialmente indicando il codice fiscale del figlio o dei figli fiscalmente a carico.
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