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“Chi beve vino ha il cervello più piccolo”. Orfani del Covid i virologi si inventano un nuovo nemico

Pubblicato il 22/01/2023 12:44 - Aggiornato il 22/01/2023 12:51

“Chi beve vino ha il cervello più piccolo”. Sembra un’affermazione stravagante, anzi lo è, eppure la fonte è, secondo alcuni, autorevole. L’immunologa Antonella Viola, ricercatrice e docente all’università di Padova, l’ha sparata grossa. Commentando la scelta di Dublino, naturalmente autorizzata dalla Commissione europea, di apporre sulle etichette degli alcolici le avvertenze sulla salute, come già avviene per i pacchetti delle sigarette, Antonella Viola reputa che la quantità sicura di vino da assumere è “zero” tant’è vero che, sostiene l’immunologa in un’intervista al Corriere della Sera, “chi beve vino ha il cervello più piccolo”. Come vedremo, la scioccanti dichiarazioni dell’immunologa sono state criticate anche dalla comunità scientifica. Una decisione, quella irlandese, presa nonostante il parere negativo di Spagna, Francia, Italia e altri sei paesi membri dell’Unione. Le bottiglie, insomma, riporteranno scritte come “il vino uccide” o “aumenta il rischio di cancro”. Occorre, tuttavia, precisare che se la cultura del bere in Irlanda è molto più radicata che nella stragrande maggioranza dei Paesi europei e il tasso di alcolismo è elevato, è semmai per il consumo di superalcolici, particolarmente il whisky, ben più “pesanti” del vino. A riguardo del quale, vale sempre il vecchio accorgimento per cui un bicchiere di vino al giorno faccia bene, principalmente al cuore. Un caposaldo della Dieta mediterranea. Da assumere con moderazione, dunque, perché est modus in rebus. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ma, secondo Antonella Viola, si tratterebbe di “una bufala”: “Noi siamo abituati a pensare che a far male sia l’abuso di alcol, ma l’effetto cancerogeno si sviluppa anche con un uso moderato. Può indurre alterazioni metaboliche che si riflettono a livello cardiochirurgico e causare seri danni all’intestino”, ha dichiarato l’immunologa nella lunga intervista. Anche il cervello risentirebbe del consumo costante di alcol, persino in piccole quantità. “Studi recenti hanno analizzato le componenti della struttura cerebrale, dimostrando che uno o due bicchieri di vino al giorno possono alterarle. Insomma, chi beve ha il cervello più piccolo”, è la clamorosa conclusione. Dunque, niente più aperitivo o cene con gli amici? “Sì, ma con il succo di pomodoro”, è il consiglio ipersalutista e forse un tantino esagerato. La letteratura scientifica, lungo i decenni, ha dimostrato, piuttosto, che basse dosi di vino fanno bene alla salute. (Continua a leggere dopo la foto)

Persino Matteo Bassetti e Fabrizio Pregliasco, i televirologi oltranzisti del Covid, sollecitati sul tema dalla Adnkronos, parlano l’uno in maniera ironica della collega, che “ha raggiunto livelli di scienza elevatissimi”, mentre l’altro precisa come “il resveratrolo presente nel vino rosso abbia un’azione positiva e immunostimolante”. Dunque, servirebbe solo ragionevolezza nel consumo.

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