Club Gay e film porno in seminario: a tre settimane dalla morte di Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, il libro “Che cos’è il Cristianesimo – Quasi un testamento spirituale”, pubblicato il 20 gennaio da Mondadori, sta già facendo discutere. È stato Joseph Ratzinger a chiedere che il libro uscisse postumo, una sorta di testamento spirituale, come è appunto nel sottotitolo; ma stavolta, assieme alle considerazioni teologiche e alle riflessioni sul futuro della Chiesa, il papa emerito affronta il tema della vita sacerdotale e, prima ancora di quella in seminario, in una sorta di diario intimo, affidato al fedele monsignor Georg Gaenswein, curatore del libro appena rilasciato dall’editore in cui le riflessioni di Ratzinger sono state affidate al teologo Elio Guerriero. Gli scritti, raccolti nella veste di papa emerito dopo la rinuncia al ministero petrino, dunque nell’arco dei quasi dieci anni trascorsi nel monastero di Mater Ecclesiae, contiene la sua richiesta di non rinunciare all’eredità cristiana, che è un patrimonio prezioso per l’intera umanità. Anche argomenti più prosaici sono compresi nelle ben 190 pagine del libro-confessione diviso in sei capitoli. Il “vociare assassino” che accompagnava “ogni parola”, e di cui racconta Ratzinger, è già indice di una Chiesa divisa in fazioni di opposto orientamento dottrinale e piccoli club, per così dire. Parla proprio di “club” omosessuali, il papa emerito: “si formarono club omosessuali che agivano più o meno apertamente e che chiaramente trasformarono il clima nei seminari” sin dagli anni Sessanta. Della cosiddetta lobby gay in Vaticano, invero, si parla da molto tempo, ma, ora, fa specie che il pontefice abbia messo nero su bianco, ad esempio, particolari come quello di “Un vescovo, che in precedenza era stato rettore”, che aveva permesso di mostrare ai seminaristi dei film pornografici, presumibilmente con l’intento di renderli in tal modo “capaci di resistere contro un comportamento contrario alla fede”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sempre riferendosi ai seminari, il papa teologo dà conto del fatto che “in non pochi seminari, studenti sorpresi a leggere i miei libri venivano considerati non idonei al sacerdozio”. Emerge plasticamente la profonda spaccatura che vive la Chiesa cattolica, all’interno della quale agiscono almeno due fazioni opposte: l’ala progressista e quella tradizionalista, che oggi pare riconoscersi in Gaenswein, a sua volta autore di nu altro libro di confessioni che sta facendo discutere. Ecco, dunque, la spiegazione del “vociare assassino” di cui abbiamo già scritto: a seguito, infatti, del suo contributo inserito nel libro del cardinale Robert Sarah, anch’egli della fazione dei conservatori, Benedetto XVI decise che ogni suo scritto successivo sarebbe stato pubblicato solo post mortem, dichiarando allo stesso Elio Guerriero come dopo le dimissioni fosse “esausto”. (Continua a leggere dopo la foto)
Ecco il racconto dalla sua viva voce, raccolta da Elio Guerriero: “l’11 febbraio 2013 annunciai le mie dimissioni dal ministero del successore di Pietro, non avevo piano alcuno per ciò che avrei fatto nella nuova situazione. Ero troppo esausto per potere pianificare altri lavori”. Tra gli altri temi trattati, anche alcuni capisaldi del suo pensiero: l’importanza delle radici del Cristianesimo, il dialogo tra le religioni, il rapporto tra cristiani ed ebrei.
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