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Campi Flegrei, “possibile un’eruzione vulcanica”: lo scenario che fa tremare l’Italia

Pubblicato il 28/09/2023 14:51

C’è davvero la possibilità di un’eruzione nell’area dei Campi Flegrei? Un’ipotesi sulla quale si sono interrogati molti esperti, in questi giorni segnati dalle continue scosse sismiche che hanno allarmato la popolazione. E che potrebbe davvero concretizzarsi, almeno stando a quanto dichiarato dal presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia Carlo Doglioni, nel corso di una audizione alla commissione Ambiente della Camera. Due, come riportato dal Corriere della Sera, gli scenari possibili in questo momento. Uno dei quali, appunto, quello di un’eruzione che coinvolgerebbe proprio l’area interessata dai recenti terremoti. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’altra ipotesi, meno allarmante, è che la crisi di bradisismo in corso termini come era accaduto per quella del 1983-84. “È un’evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo – ha sttolineato Doglioni – Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84, una crisi bradisismica che è durata 2 anni poi si è fermata, mentre al momento lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo, del 1538. (Continua a leggere dopo la foto)

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Nel caso di un’eruzione, ha aggiunto il presidente dell’Ingv, “non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale. In ogni caso è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano”. Doglioni ha detto chiaramente che i vulcanologi sono molto preoccupati perché le scosse sono in aumento. (Continua a leggere dopo la foto)

“È in corso anche oggi un altro sciame sismico, ieri abbiamo avuto l’evento più forte. Il bradisismo si è riattivato più di dieci anni fa, solo che la velocità con cui il suolo si sta innalzando sta aumentando. E questa velocità di innalzamento – spiega – produce la sismicità che conosciamo – ha spiegato l’esperto – Al momento per quanto ne sappiamo il magma è ad una profondità di oltre 5-6 chilometri quindi distante dalla superficie anche se, nel caso dovesse trovare vie di fuga per una risalita, i tempi sarebbero estremamente rapidi, nell’ordine delle ore”

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