Si continua a seguire il dramma dell’Emilia Romagna. Mentre prosegue la conta dei morti e dei danni causati dalla tremenda alluvione, si inizia anche a discutere di responsabilità e ripartenza. Da una parte si deve capire cosa è successo e perché, e se si poteva evitare. Se si poteva evitare, c’è da accertare delle responsabilità. Ovviamente gli occhi ora sono tutti puntati sul presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che è anche presidente del Pd. Se dal governo arriva la piena solidarietà della premier Meloni che ha già formalizzato l’asse con il governatore per fronteggiare l’emergenza, giornalisti e opinionisti cercano invece di capirci qualcosa in più. Se ne parla dunque anche nella puntata del 23 maggio de “L’aria che tira” su La7 dove ha tuonare contro la gestione dem della Regione ci pensa Francesco Borgonovo, vicedirettore de LaVerità. (Continua a leggere dopo la foto)
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Dice Francesco Borgonovo: “Bisognava farla prima la prevenzione! Uno dei motivi che spinge qualcuno ad avere dei dubbi sulla nomina del commissario è proprio legato a questo”. Il riferimento è alla voce che vorrebbe proprio il governatore Stefano Bonaccini come commissario straordinario per l’emergenza in Emilia Romagna. Tradotto: se il dramma che si è causato potrebbe essere anche responsabilità sua per la mancata prevenzione e il mancato utilizzo di risorse, come può ora essere lui il commissario? Aggiunge Borgonovo: “Io ho letto quello che ha detto al Corriere della Sera il sindaco di Ravenna, il quale sostiene che certamente è contro il cambiamento climatico ma quello che serve ora sono argini più robusti, casse di espansione, invasi, pulire i fiumi e potenziare le idrovore”. (Continua a leggere dopo il video)
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Conclude Francesco Borgonovo il suo intervento: “Tutte cose, queste, che non sono state fatte. Su 25 vasche di laminazione che andavano fatte in Emilia Romagna ne hanno fatte solo 12, ed evidentemente questo ha creato un problema. Hanno stanziato dei soldi, una parte dei quali li hanno dovuti restituire e si sono giustificati con ragioni discutibili: 50 milioni di euro. Poi Salvini glieli ha ridati. Quindi forse un pochino bisognerebbe andarci a guardare dentro alla gestione dell’Emilia Romagna da parte di Bonaccini. La prima cosa da fare adesso non è pensare al cambiamento climatico – la cui influenza è tutta da dimostrare su questo evento in particolare – ma è togliere le tasse agli imprenditori, agli agricoltori e ai cittadini colpiti da questa tragedia. Dico togliere, e non bloccarle per poi ripresentargliele tra due anni”.
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