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Scattata l’indagine per “falso aggravato” nel concorso per presidi a cui partecipò Azzolina

Pubblicato il 08/10/2020 16:22 - Aggiornato il 09/10/2020 08:31

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sul concorso per dirigenti scolastici, nello specifico vuole vederci chiaro sulle prove svolte tra il 2018 e il 2019. Come riporta il Corriere della Sera, viene contestato il “falso aggravato” ad alcuni responsabili della procedura per il reclutamento di circa 2400 presidi. Si parla di conflitti d’interesse, fughe di notizie, disparità di trattamento, persino inefficienze del software: le pm hanno effettuato le prime iscrizioni sul registro degli indagati. Il fascicolo è stato trasmesso ad altre 5 procure italiane affinché queste indaghino, a loro volta, sulla procedura concorsuale: si tratta degli uffici giudiziari di Catania, Santa Maria Capua Vetere, Bologna, Ravenna e Napoli. E ora il governo deve fare chiarezza: la Azzolina non può sempre tacere, anche perché in questo caso c’entra anche lei…

Sullo stesso concorso, infatti, si dovrà pronunciare presto il Consiglio di Stato dopo che il Tar ha dato ragione al gruppo di candidati che ha chiesto l’annullamento delle prove concorsuali. Proprio dall’esposto dei concorrenti sarebbero emersi degli elementi che hanno fatto scattare l’indagine. Gli elementi riguardano le diverse percentuali di ammessi nelle varie regioni, la composizione delle commissioni e delle sottocommissioni esaminatrici e la fuga di notizie riguardanti le prove scritte: alcuni siti internet avrebbero riportato “lo stato di avanzamento delle correzioni con dovizia di particolari”.

Che i grillini siano disposti a tutto pur di mantenere le posizioni raggiunte è ormai cosa nota, ma quanto viene ora contestato alla ministra Lucia Azzolina lascia a dir poco basiti. Lasciamo stare per un attimo i disastri combinati nel mondo della scuola, e concentriamoci su un caso scomodo che la vede coinvolta. Il concorso per dirigente scolastico, appunto, a cui aveva partecipato nel 2018. Un concorso pieno di ombre ed irregolarità, su cui da molto tempo le autorità competenti stanno indagando. Nel 2018 Lucia Azzolina, docente precaria in Liguria poi entrata in ruolo a Biella, aveva partecipato alla prova scritta, ottenendo 73 punti, un risultato appena sufficiente (il minimo per superare il test era 71,7).

Anche in orale l’aspirante preside aveva presentato delle lacune. Su Repubblica parlano di carenze in informatica (0 su 6) ed in inglese (5 su 12). Al termine del concorso, tuttavia, la Azzolina, già deputato dei 5Stelle e membro della commissione Cultura della Camera, era riuscita ad ottenere il posto da preside. Alcune cose però non tornano, e le parole del critico e linguista Massimo Arcangeli non avevano fatto altro che peggiorare la situazione del ministro. Il professore, che all’epoca del concorso era stato uno degli esaminatori della Azzolina, non aveva dato un buon giudizio sulla prestazione della pentastellata. “Mi chiedo come si possa pensare di affidare la guida della Pubblica istruzione a chi, in quell’orale, non ha risposto a nessuna delle domande d’informatica al punto da meritarsi uno zero”, aveva infatti sentenziato lo scorso dicembre, come ricordato da La Verità.

Il comitato “Trasparenza è partecipazione” ha combattuto in sede legale per ottenere gli elaborati di tutti gli aspiranti dirigenti scolastici, ottenendo nel dicembre del 2019 solo 430 prove su 3mila. Il Tar del Lazio ha poi chiesto il pieno accesso agli atti, ma – colpo di scena – il ministero dell’Istruzione continua ad opporsi, tanto che pare abbia chiesto, tramite l’Avvocatura di Stato, che gli atti non siano pubblicati. Tra i firmatari, ovviamente, la stessa Lucia Azzolina, coinvolta in prima persona nella vicenda. Do you remember “conflitto d’interessi” e “onestà, onestà, onestà”?

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