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“Avete preso i ristori? Ora lo Stato potrebbe richiederveli indietro”: la trappola in cui vuole farvi cadere

Pubblicato il 04/05/2022 13:11

“Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere” recitava il servo Igor nel divertentissimo film Frankenstein Junior. E giù, ovviamente, pioggia a catinelle. Una situazione grottesca in cui devono sentirsi intrappolati in questi giorni anche gli imprenditori italiani. Quelli, per intenderci, che per mesi e mesi sono stati costretti a rinunciare al diritto al lavoro, le saracinesche abbassate per volontà del governo. Poi hanno dovuto attendere invano gli aiuti promessi, arrivati in minima parte e con estremo ritardo. Ora, beffa delle beffe, si trovano a dover restituire anche quel poco che era stato dato loro. Soltanto uno scherzo? Purtroppo, niente affatto.

Come spiegato da Giuseppe Lituri sulle pagine della Verità, il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 27 aprile non lascia troppi dubbi: “L’hanno chiamata ‘restituzione volontaria’ solo per indorare la pillola”. E pensare che l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, quando gli era stato chiesto conto di questa possibilità nel novembre 2020, aveva rassicurato tutti: “Tale pericolo non esiste”. E invece, col passare dei giorni, continua a prendere corpo il rischio di dover restituire gli aiuti eccedenti la soglia fissata dalla Commissione Ue per gestire in un quadro unico tutte le varie misure di aiuto.

Inizialmente fissata per 800.000 euro, la soglia era stata più volte ritoccata al rialzo e gli aiuti erano stati erogati a partire dal decreto Rilancio. Somme non sufficienti a salvare tante attività, costretta a chiudere a causa dei morsi di una crisi economica sempre più feroce. Chi all’epoca era riuscito a cavarsela si troverà però ora alle prese con l’ennesima, difficilissima prova: rendere un’autodichiarazione entro il 30 giugno con riferimento a ben 29 diverse misure agevolative, quelle adottate dal governo a partire dal 2020. Per ognuna di esse dovrà indicare se l’aiuto ricevuto beneficia dell’importo limite da 1,8 o 10 milioni di euro, rilevare l’eventuale eccedenza e restituirla.

Per rendere il tutto ancora più complicato, l’imprenditore che ha beneficiato degli aiuti dovrà anche differenziare gli aiuti ricevuti prima o dopo il 28 gennaio 2021, quando le soglie furono modificate. Un labirinto burocatrico al termine del quale si rischia di trovare la spiacevolissima sorpresa dell’obbligo di restituire i sostegni ricevuti. Dopo aver rischiato di chiudere bottega, insomma, ora gli italiani dovranno passare ore dal commercialista per capire se e quanti soldi dovranno ridare allo Stato. Il tutto mentre l’inflazione al 7% ha schiacciato i consumi e il governo ci ha già anticipato che i prossimi mesi saranno all’insegna dei sacrifici.

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