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Autostrade, sfida in Parlamento: chi difende gli italiani contro chi difende i Benetton

Pubblicato il 27/12/2019 11:13

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E adesso vedremo chi vuole salvare i Benetton e chi, invece, vuole difendere i diritti degli italiani. Sarà infatti il Parlamento a decidere il destino delle concessioni autostradali, e in particolare quelle di Autostrade per l’Italia – la società dei Benetton – che ha in gestione gran parte della rete autostradale e che gestiva anche il ponte Morandi. Come scrive oggi Giusy Franzese su Il Messaggero, “la norma che rende più semplice e meno costosa la revoca delle concessioni e che il governo ha inserito nel Milleproroghe per adesso non cambia: oggi il decreto dovrebbe arrivare al Colle per poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre. Ma non è detto che non ci possano essere delle modifiche durante il passaggio parlamentare per la conversione”.

Intanto, come è noto, attraverso una lettera inviata a Palazzo Chigi, Mit e Mef, Autostrade per l’Italia ha fatto sapere di essere pronta a mettere in campo tutte le azioni legali possibili per ottenere un mega risarcimento di oltre 23 miliardi di euro in caso di revoca della concessione. “È una minaccia inaccettabile”, hanno risposto dal governo. Come ha spiegato il premier Giuseppe Conte la norma introduce “un regime più uniforme e trasparente” con la semplificazione degli indennizzi e il passaggio ad Anas in caso di revoca o decadenza.

Ma – ha aggiunto Conte – non c’è “nessun allarme per il settore delle concessioni: chi ha fatto investimenti, anche in caso di inadempimento, potrà recuperare le somme per i costi realmente sostenuti e non ammortizzati”. Il punto sono i regimi di maggior favore, inseriti in alcune Convenzioni come quella di Atlantia per Autostrade. Su questo il premier è categorico: “Non si potranno più applicare, tuttavia, norme di favore come quelle invocate da Atlantia, che anche in caso di grave inadempimento pretenderebbe un indennizzo di decine di miliardi. Non lo permetteremo”.

Per ora, però, i renziani (che in Consiglio dei ministri hanno votato contro la norma) non cedono, continuando a criticare sia il metodo che il merito del provvedimento che a loro dire sembra tutto rivolto contro le Autostrade dei Benetton. “Fare leggi improvvisate che fanno fuggire gli investitori internazionali è un autogol: niente è più pericoloso del populismo normativo. Ne parleremo a gennaio” ha scritto Matteo Renzi su twitter.

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