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Pop di Bari, quel furbetto di Jacobini ha svuotato i conti prima del commissariamento

Pubblicato il 24/12/2019 14:07

Mentre a Bari si temeva che i correntisti, lunedì 16 dicembre (il primo giorno utile dopo la decisione della Banca d’Italia di venerdì 13 dicembre di commissariare la Banca popolare di Bari) potessero spostare i soldi in altri istituti, qualche giorno prima erano stati proprio i vertici della Pop Bari ad anticiparli. L’ex presidente della Popolare di Bari, Marco Jacobini, e il figlio, l’ex condirettore generale Gianluca Jacobini avrebbero utilizzato lo stesso istituto, Banca Sella, per trasferire i depositi dei loro conti correnti in quelli di familiari. Le operazioni sono state segnalate dallo stesso istituto – oggi guidato dai commissari Enrico Ajello e Antonio Blandini – così come avviene solitamente quando si prelevano importi rilevanti che possono destare sospetti di riciclaggio e autoriciclaggio.

Come si legge sul Corriere, “Marco Jacobini, nei giorni 12 e 13 dicembre, ha spostato — con sei bonifici — la somma di circa 5,5 milioni di euro; il figlio Gianluca, invece, il 12 dicembre (giorno in cui il cda aveva deciso di avviare nei suoi confronti l’azione di responsabilità, di cui sono destinatari anche l’ex ad Giorgio Papa e l’ex responsabile crediti Nicola Loperfido) ha trasferito mediante assegni circolari una somma complessiva pari a 180 mila euro dal suo conto della Popolare di Bari a uno co-intestato a sé e alla moglie presso Banca Sella”.

Intanto l’operatività della banca continua. E per poter rispettare, entro fine anno, i coefficienti patrimoniali minimi imposti dalla Vigilanza, i commissari della Popolare di Bari hanno chiesto al Fondo interbancario di tutela dei depositi di intervenire subito con un’iniezione di circa 400 milioni. Scrive ancore il Corriere: “Richiesta che impone una nuova riunione straordinaria del Consiglio del Fitd che si terrà, secondo una convocazione informale, il prossimo 30 dicembre. Nella partita del salvataggio della Popolare di Bari — che necessiterebbe di circa un miliardo — è coinvolto anche il Mediocredito Centrale che prima, però, dovrà essere ricapitalizzato da Invitalia per poter poi sottoscrivere il futuro aumento di capitale della Pop Bari che dovrà trasformarsi in società per azioni”.

Per la parte “pubblica” del salvataggio, il decreto legge “per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento”, che in definitiva servirà alla Pop Bari, è stato incardinato in commissione Finanze della Camera: l’esame partirà lunedì 8 gennaio. E noi ancora ci vogliamo fidare di questa gente qua? E di quelli che avrebbero dovuto vigilare e non lo hanno fatto?

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