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ArcelorMittal, in 1000 manifestano a Taranto: l’ex Ilva è finita. Perde 100 milioni al mese

Pubblicato il 22/05/2020 12:21

A Taranto scoppia la protesta, quella vera. Quella giusta. Un migliaio di persone sono in presidio sotto la Prefettura di Taranto per la grave crisi di ArcelorMittal, l’ex Ilva. Come riferisce l’Ansa, “lavoratori e delegati sindacali delle sigle Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm occupano i marciapiedi antistanti la Prefettura e il tratto di strada antistante che è stato chiuso al traffico. Sono tutti con la mascherina e si tengono a distanza per evitare l’assembramento così come il questore di Taranto, Giuseppe Bellassai, ha indicato nelle prescrizioni per la manifestazione. Non ci sono cartelli di protesta ma solo alcune bandiere delle organizzazioni metalmeccaniche. La produzione dello stabilimento è crollata al minimo storico, più impianti fermi che in marcia, due soli altifomi in funzione, 4900 dipendenti fuori dallo stabilimento tra cassintegrati ed assenti per ferie, malattia e permessi della legge 104. Questa è la situazione all’ex Ilva.

Come racconta Domenico Palmiotti su Il Sole 24 Ore, “esplodono le perdite: dopo i circa 700 milioni ‘bruciati’ nel 2019 ad un ritmo di 1,9 milioni di euro al giorno (dati forniti dai sindacati), per ArcelorMittal Italia le perdite avrebbero subito un’accelerazione a fine 2019. Dopo aver perso nel trimestre aprile-giugno 2019 150 milioni di euro complessivi, come rivelò l’ex ad Matthieu Jehl – che nel frattempo ha definitivamente lasciato la multinazionale -, a novembre e dicembre scorsi le perdite sarebbero volate a circa 100 milioni al mese. E tali sarebbero rimaste adesso. Solo per la cassa integrazione si è passati da un numero medio di 800 lavoratori (nel periodo luglio 2019-marzo 2020) a 3.200 (ora). Cambiata, inoltre, sia la motivazione della cassa, da ordinaria per crisi di mercato a Covid 19, che la quantità massima chiesta: da 1273 a 8.175 dipendenti”.

A questo si aggiunga che ArcelorMittal Italia non ha nemmeno pagato a Ilva in amministrazione straordinaria l’ultima rata del canone di fitto degli impianti, benché sia stato dimezzato rispetto ai 45 milioni iniziali a trimestre. “Ora riprenderò in mano il dossier per un aggiornamento” dichiara il premier Giuseppe Conte, al quale stanno giungendo segnali sempre più evidenti di sfacelo. Riferisce sempre Il Sole: “Più di un’ipotesi sul tavolo: penale di un miliardo da chiedere all’azienda se espliciterà l’abbandono (ma fonti Mef hanno negato questa possibilità), nuovo piano del Governo che tende a mettere insieme privati e pubblico, quest’ultimo con un ruolo forte. Lo scenario è incerto e al confronto di lunedì si arriva in un clima reso rovente dalle proteste”. Come dimostrano gli eventi di questa mattina sotto alla Prefettura.

Mentre ieri si è scioperato a Genova dove lunedì c’era già stato un corteo dalla fabbrica alla Prefettura La protesta è contro la decisione dell’azienda di estendere la cassa integrazione Covid che i sindacati e Rsu hanno definito “illegittima a fronte di commesse che non mancano”. Lunedì ci saranno altre 4 ore di sciopero in tutto il gruppo ArcelorMittal che a Taranto diventeranno 8, tra primo e secondo turno, coinvolgendo anche il personale dell’indotto-appalto.

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