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Arcelormittal, altri due licenziamenti: l’arroganza dei “padroni” e il silenzio (complice) del governo

Pubblicato il 26/05/2021 13:42 - Aggiornato il 26/05/2021 15:44

Vergogna! Altri due lavoratori che erano stati (ingiustamente) sospesi dall’attività lavorativa per l’esplosione che ha portato all’incendio che si è verificato nel giorno di Pasquetta, sono stati licenziati.

Sale a tre il numero di dipendenti che la multinazionale pensa di far tacere utilizzando il licenziamento. La gestione dello stabilimento continua ad essere portata avanti senza alcun rispetto dei diritti dei lavoratori, nella mancanza totale di qualsiasi intervento del Governo, che nei fatti è socio in affari di Arcelormittal.

Franco Rizzo, Coordinatore provinciale Usb Taranto, spiega la drammatica e vergognosa situazione: “Ci ritroviamo nel 2021 ancora a chiedere il rispetto di diritti che pensavamo acquisiti; nella fabbrica si susseguono incidenti dovuti alla mancanza di manutenzione, in più i dipendenti che fortunatamente non riportano conseguenze, vengono licenziati. Mentre si consumano queste ingiustizie, come mai era accaduto prima nella storia dello stabilimento siderurgico, lo Stato garantisce risorse che la multinazionale utilizza per licenziare e c’è anche chi, senza pudore alcuno, non esita a sedersi al bar e condividere un aperitivo, magari parlando di calcio, con gli artefici di tutto ciò. Un quadro desolante”.

Il Governo dimostra di fare gli sporchi interessi di ArcelorMittal. “L’annuncio dei Ministri riguardante la destinazione dei 400 milioni di euro alla manutenzione straordinaria è stato presto smentito, le risorse sono svanite in pochissimi giorni, e hanno permesso di coprire una parte dei debiti del gruppo franco-indiano”.

“Una situazione a dir poco paradossale, direi anche imbarazzante se chi la provoca avesse un minimo di coscienza e buonsenso, una situazione sulla quale chiediamo chiarimenti e pretendiamo risposte. Per riportare un clima di serenità in tutti i siti del gruppo Arcelor Mittal è necessario prima di tutto allontanare una figura come quella dell’ad Lucia Morselli, principale protagonista della ‘gestione del terrore’ ” conclude Rizzo.