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Abbandonati nelle mani della mafia da un governo inetto. Arrestato il boss che distribuiva la spesa ai poveri

Pubblicato il 26/01/2021 13:25 - Aggiornato il 26/01/2021 13:42

È dall’inizio della pandemia che noi del Paragone lo predichiamo. Gli allarmi sono arrivati da tutti i settori e associazioni sensibili, compreso la Onlus Ambulatorio Antiusura, il cui presidente Luigi Ciatti, mesi fa, durante le dirette con il senatore Gianluigi Paragone, dichiarava come il periodo di crisi e la mancanza di adeguati sostegni da parte del governo avessero aumentato il rischio usura e stuzzicato gli appetiti delle criminalità organizzate verso famiglie e imprenditori con l’acqua alla gola.

Le indagini condotte dalla direzione investigativa antimafia di Palermo hanno disposto il fermo di 16 persone accusate di “associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsioni, danneggiamenti, per aggravate e detenzione abusiva di armi da fuoco”. L’operazione che ha portato agli arresti “è un grave colpo inferto al mandamento mafioso di Tommaso Natale che opera anche allo Zen di Palermo”, dichiara il generale Arturo Guarino, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo.

Dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto “Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise, Dario Scaletta e Felice De Benedittis”, emerge il ruolo di Giuseppe Cusimano, capomafia palermitano, punto di riferimento per le famiglie indigenti del quartiere Zen. Cusimano avrebbe tentato di organizzare una distribuzione alimentare per i poveri durante il primo lockdown del 2020.

Sotto il mirino della criminalità organizzata dello Zen, imprenditori e commercianti. “Gli estorsori continuavano a imporre le imprese amiche ai costruttori impegnati in attività edili e riscuotevano il ‘pizzo’, in maniera capillare, dai commercianti locali”.

I boss, che “organizzavano i loro summit persino in mare aperto, a bordo di un gommone, per non essere intercettati”, pianificavano anche “rapine a portavalori e distributori di benzina con armi automatiche da guerra ed esplosivo al plastico”. 

All’interno del neo-clan erano presenti esponenti violenti e “non controllabili” che per questo sono stati successivamente allontanati. L’episodio dello scorso settembre 2020 avvenuto nel quartiere, quando si sono scontrati due gruppi armati in pieno giorno e nel bel mezzo della strada, lascia ben intendere la portata della loro pericolosità.

E pensare che è proprio a queste persone che numerose famiglie della parte indigente di Palermo si sono affidate. Il governo con i suoi ridicoli sostegni ha servito su un piatto d’argento le imprese e gli italiani alle criminalità organizzate, invece di mettere in campo misure degne della situazione come quella proposta dal senatore Paragone dell’elicopter money che dava la possibilità a tutti i cittadini di ricevere soldi, senza troppi giri di promesse e passaggi burocratici vari su piattaforme a rischio ‘tilt’.

Quando lo Stato è debole, lascia campo fertile all’anti-stato che proprio grazie a questo incrementa il proprio dominio e i propri poteri sul territorio. Il fatto che fosse il boss di un clan mafioso ad organizzare la distribuzione alimentare e che il clan abbia avuto così modo di radicare più profondamente il proprio potere, è la piena dimostrazione di quanto questo governo abbia fallito.