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“Li ho vissuti nel fascismo”. Furio Colombo insiste ma la Merlino lo zittisce: “Imbarazzo in studio”

Pubblicato il 01/06/2023 21:04 - Aggiornato il 01/06/2023 22:14

Furio Colombo è come l’ultimo soldato giapponese, quello che nel 1974 non si era ancora arreso perché si rifiutava di credere che la guerra fosse finita. Diciamo così perché, se pure a sinistra, come fa Massimo Cacciari, si denuncia l’uso distorto di un pericolo fascista che vedono solo nel Pd – e che invero li penalizza non poco come dimostrano i recenti risultati delle amministrative –, Colombo non demorde e non arretra. Il suo, in realtà, ci pare più un profondo risentimento personale verso la presidente del Consiglio. È dovuta intervenire Myrta Merlino, non proprio una accesa sostenitrice del governo Meloni, nella trasmissione che conduce, L’aria che tira, in cui l’ultranovantenne Colombo era ospite. Stavolta, non avendo altre argomentazioni con cui eccepire, ha criticato l’ideale di “Patria e Nazione” sostenuto a gran voce dalla premier durante il convegno dedicato a questo tema, affermando di auspicare un Paese nel quale non sia più una vergogna il termine “patriota”. Ebbene, “questi valori non mi convincono perché io ho vissuto nel fascismo, ci sono cresciuto e avevo il sillabario del triste bambino fascista, quindi li conosco bene”, ha dunque dichiarato l’ex direttore de L’Unità, che poi è lo stesso Top manager negli Stati uniti della Fiat di Gianni Agnelli. Il famoso cuore a sinistra con il portafoglio a destra, ma questa è un’altra storia. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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L’ossessione di Colombo

“Patriota” e “fascista”, evidentemente, per lui sono sinonimi, sicché Myrta Merlino è intervenuta doverosamente per correggere il tiro, illustrando appunto la sfumatura semantica: “No, scusami, Furio, giusto per chiarire, forse non c’eri. Prima ho mandato una clip: la Meloni ha detto che sogna un Paese di patrioti, non di fascisti. Francamente… “. Ma Furio Colombo, si diceva, è davvero l’ultimo giapponese, incastrato in una retorica stantia che sfoggiava già da senatore ulivista: “Io li ho vissuti quei tempi tristi, e non voglio assolutamente che altri siano costretti a riviverli”. E ancora: “patria e nazionalismo sono due termini che appartengono a quella cultura. Nello studio è calato il gelo, e si è deciso di cambiare argomento (Continua a leggere dopo la foto)
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I precedenti

Come abbiamo scritto, appare palese un vero e proprio odio di Colombo verso la Meloni. All’indomani della tragedia del naufragio di Cutro, la aveva definita “capace di atti di cattiveria e sadismo”. Oppure, prima ancora, il 17 ottobre attribuiva a Giorgia Meloni una “Testolina piccola e visione modesta”. Appena lo scorso 29 marzo, infine, si era spinto a dire: “Parafascista, da brividi. Fa rabbrividire che una persona così ha in mano il destino dell’Italia”.

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