Oltre alle pesantissime ricadute psicologiche su adolescenti e ragazzi, gli anni della pandemia da Covid-19 e dei continui lockdown – di fatto ben cinque mesi chiusi in casa – hanno influito, negativamente, anche sullo sviluppo stesso dei bambini più piccoli, ora più vulnerabili al rischio di malattie, e anche gravi. Questa è la conclusione cui è giunto uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, la più prestigiosa al mondo. L’isolamento sociale, nell’età più verde, non poteva non comportare effetti negativi di cui, ora, si è appurata anche l’entità. Anzitutto il microbiota intestinale dei bambini nati durante i primi nove mesi della pandemia risulta compromesso. Il microbiota è uno degli elementi fondamentali di tutto l’ecosistema intestinale, talché la comunità medica lo reputa una sorta di organo virtuale disseminato in tutto l’organismo: è l’insieme dei batteri presenti all’interno dell’intestino (batteri “buoni”, non patogeni). A un’alterata composizione del microbiota sono implicate patologie psichiatriche e malattie infiammatorie croniche. (Continua a leggere dopo la foto)
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I “figli della pandemia”
Cos’è che ha compromesso il microbiota dei bambini? Sicuramente lo stravolgimento delle normali abitudini di vita durante i lockdown: quelli che Il Giornale d’Italia definisce i “figli della pandemia” hanno sviluppato una composizione del microbiota, conosciuto anche come flora intestinale, diverso da quello dei bambini nati prima delle misure restrittive decretate da Conte e Speranza. Il microbiota si rivela essere meno ricco e con alcuni batteri più presenti di altri. “All’inizio i risultati sono stati sorprendenti – ha dichiarato Sarah Vogel, psicologa dello sviluppo presso l’Università di Boston, nel Massachusetts, tra gli autori dello studio – Non c’erano dati precedenti per prevedere come una pandemia globale avrebbe potuto modellare il microbiota intestinale”. Per realizzare lo studio sono state campionate le feci di 20 bambini nati durante i primi nove mesi della pandemia, a loro volta comparati con quelli di un campione di riferimento composto da bambini nati prima del lockdown. Vivere all’aria aperta, dunque passeggiate al parco, scambi con altri bambini attraverso il gioco, sono occasioni di socialità importantissime nei primi mesi e nei primissimi anni di vita, rafforzando altresì l’intero sistema immunitario. Sicché le patologie a cui si potrebbe andare incontro sono le malattie della pelle, disturbi gastrointestinali e disordini psichiatrici. Dunque, le piccole abitudini quotidiane, ad ogni età, si rivelano in tutta la loro importanza per stabilizzare l’organismo umano. (Continua a leggere dopo la foto)
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Gli effetti (deleteri) del lockdown
I primi mille giorni sono fondamentali per ottenere un microbioma sano. Senza un adeguato ingresso di batteri benefici durante questo periodo, i bambini corrono un rischio maggiore di problemi di salute in futuro . “È probabile che la combinazione tra la permanenza in casa, la riduzione delle interazioni sociali e un maggiore stress sperimentato da molti genitori – afferma Susan Byrne, coautrice dello studio – abbia contribuito al peculiare microbiota intestinale riscontrato nei bambini nati in questo periodo”.
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