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Tumori tra i più giovani, dati choc. Burioni supera ogni livello ed ecco cosa dice

Pubblicato il 14/01/2024 12:52 - Aggiornato il 14/01/2024 12:54

L’allarme lo ha lanciato Roberto Burioni, noto più per le sue ospitate da Fazio ai tempi del Covid-19 e per alcune uscite vergognose ( i “sorci” No vax, l’ironia sull’ischemia occorsa al professor Meluzzi e tante altre) che non per la sua professione medica. Il tutto origina da un dato inquietante: negli ultimi venti anni si è registrato un netto aumento dell’incidenza di alcuni gravi tumori tra i più giovani. “E non sappiamo ancora il perché“, ha aggiunto Burioni sui suoi canali social. Noi avanziamo una nostra teoria, come vedremo in seguito. Ad ogni modo, negli Stati Uniti, in accordo con i dati racchiusi in un articolo del Wall Street Journal, i tassi di diagnosi sono aumentati nel 2019 a 107,8 casi ogni 100mila persone sotto i 50 anni, in crescita del 12,8% rispetto ai 95,6 casi su 100mila casi del 2000. Un incremento non da poco. La situazione, purtroppo, è comune a Nord America, Australia ed Europa occidentale. “I pazienti stanno diventando sempre più giovani”, ha dichiarato la dottoressa Andrea Cercek, che dirige un programma per pazienti con cancro “a esordio precoce” presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York: qui è stata curata Meilin Keen, una 27enne dalla cui vicenda parte l’articolo del quotidiano finanziario. (Continua a leggere dopo la foto)
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I dati allarmanti

Nel giugno scorso, la giovane donna stava studiando per l’esame di avvocato quando ha iniziato a vomitare sangue, scoprendo così di avere un cancro allo stomaco per il quale è stata operata, fortunatamente con successo. Ma già nel 2020 la morte dell’attore Chadwick Boseman a 43 anni per cancro al colon ha acceso i riflettori sulla crescente prevalenza di questo tumore nelle persone sotto i 50 anni, un trend che già nel decennio precedente aveva allarmato gli oncologi. Gli esperti, come leggiamo su Adnkronos che riprende la notizia, hanno poi osservato che il fenomeno riguardava anche altre forme di tumori: da quello al pancreas a quello dell’appendice, dal cancro allo stomaco al tumore dell’utero. I medici cercano di capire cosa li fa ammalare e come identificare i giovani ad alto rischio. Sospettano che i cambiamenti negli stili di vita – meno attività fisica, più alimenti ultra-processati, nuove tossine – abbiano aumentato il rischio per le generazioni più giovani. Nel 2019 un quinto dei nuovi malati di cancro del colon-retto aveva meno di 55 anni, dato quasi raddoppiato rispetto al 1995. E i pazienti più giovani spesso ricevono la diagnosi quando il tumore è in fase avanzata, tanto che i tassi di mortalità per cancro del colon-retto tra gli over 65 stanno diminuendo, mentre crescono negli under 50. La stessa Andrea Cercek ritiene “probabile” che alla base del boom di tumori negli under 50 ci sia “qualche cambiamento ambientale, qualcosa nel nostro cibo, nei nostri farmaci o qualcosa che non abbiamo ancora identificato”.  (Continua a leggere dopo la foto)
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Foto: Andrea Cercek

Qualcosa “nei nostri farmaci”

Qualcosa “nei nostri farmaci”, dunque, ipotizza Andrea Cercek. Torniamo, ora, all’ultima frase di Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, a quel Non sappiamo ancora il perché. Ebbene, noi pensiamo si possa indagare su quanto, purtroppo, sta emergendo inesorabilmente ora che è stato faticosamente, e parzialmente, scoperchiato il proverbiale Vaso di Pandora dei vaccini. Non può non venire alla mente il  “turbo-cancro” che, in più occasioni, è stato indicato come una plausibile conseguenza del vaccino contro il Covid-19, che potrebbe portare alla progressione, recidiva e/o metastasi del cancro, come scrivevamo appena l’altro giorno trattando dello studio scientifico prodotto da Raquel Valdés Angues e Yolanda Perea Bustos, peraltro solo l’ultimo di una lunga serie attorno ai cosiddetti “malori improvvisi” e agli effetti avversi.

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