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Rider, scatta l’inchiesta della Procura: sfruttamento dei lavoratori e rischio sicurezza

Pubblicato il 19/09/2019 15:57 - Aggiornato il 27/11/2019 19:08

Il Corriere della Sera aveva messo la lente d’ingrandimento sullo sfruttamento dei rider con un’inchiesta che ha aperto un fronte molto importante. Ora la procura di Milano apre un’inchiesta sul mondo dei rider, i fattorini che consegnano cibo a domicilio. Si indaga sulla violazione delle norme antinfortunistica e di sicurezza stradale. Ma i magistrati intendono anche fare luce sull’aspetto dello sfruttamento dei lavoratori e tra i lavoratori, come il caporalato, e sulla presenza di clandestini.

Ad agosto, infatti, in seguo ai controlli su trenta rider sono stati trovati tre lavoratori clandestini, senza documenti in regola. A partire già dallo scorso giugno, gli inquirenti milanesi, hanno iniziato a raccogliere elementi e testimonianze.

Si ipotizzano presunte violazioni del decreto legislativo in materia di sicurezza sul lavoro (reato che a breve sarà iscritto) da parte delle società per le quali i rider lavorano. Un’indagine, in primo luogo, a tutela dei rider stessi, ai quali non viene dato alcunché in dotazione, e dunque girano per le strade senza caschi, spesso con bici e freni non adatti, senza luci la sera, senza catarifrangenti e senza scarpe adeguate.

Malgrado, infatti, i ciclofattorini non siano inquadrati come lavoratori subordinati, il decreto, come è stato spiegato, tutela qualsiasi lavoratore inserito in organizzazioni con datori di lavoro. In più, la Procura ha deciso di monitorare gli incidenti stradali che coinvolgono rider, anche a tutela della collettività.

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In ipotesi, gli inquirenti potrebbero arrivare anche a contestare reati, per questo genere di incidenti, a carico dei datori di lavoro. Andrà valutata, insomma, la presunta responsabilità di coloro che mandano a lavorare in strada i rider in condizioni non idonee. Inoltre, l’inchiesta vuole approfondire anche gli aspetti igienico-sanitari dei contenitori utilizzati per il trasporto del cibo, nei quali, ad esempio, vengono portati senza distinzione e in successione cibi freddi e caldi.

Fino a questo momento, stando a quanto chiarito in Procura, sul fenomeno dei rider erano stati presi in considerazione solo i profili giuslavoristici, ossia le forme contrattuali con cui vengono assunti e i salari con cause aperte davanti ai Tribunali del lavoro.

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