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“Pianificare l’eventualità di nuove restrizioni”. Se pensavate che si fossero arresi vi sbagliavate

Pubblicato il 11/09/2022 10:53 - Aggiornato il 12/09/2022 05:41

I virologi annaspano sempre più smarriti. L’emergenza Covid è una storia sempre meno credibile e, fatto salvi gli ipocondriaci con doppia mascherina e quelli al Ministero della Salute, nessuno è più disposto a dagli nessun credito. Ma i nostri eroi non si arrendo e imperterriti si preparano alla quarta dose (come se i dati sullo strano incremento di mortalità in Italia ed in Europa non esistessero) rilanciando proclami allarmistici: “Non dobbiamo pensare – scrive il più fanatico dei virologi circolazione – che è finita, perché ci sono rischi per il futuro ed è opportuno pianificare l’eventualità di nuove restrizioni, nel caso in cui dovessero servire. Speriamo di no, però attrezziamoci”. (Continua dopo la foto)

Queste sono le minacce del direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco, alla vigilia della riapertura delle scuole. Il primo obiettivo dell’offensiva sono le mascherine in classe che al momento non sono raccomandate se non ai fragili, ma che, ad avviso dell’esperto in ortopedia, potrebbe essere necessario rendete nuovamente obbligatorie in modo più esteso. (Continua dopo la foto)

Per supportare le sue elucubrazioni cita “quello che è successo in Australia, dove oltre a Covid con l’inverno agostano si è fatta vedere abbondantemente anche l’influenza. Considerando poi le condizioni ambientali tipiche della scuola come pure delle attività lavorative, i consueti sbalzi termici e le nuove varianti di Sars-CoV-2 che potranno anche emergere, dobbiamo almeno immaginarci un rialzo. Lo stesso Istituto superiore di sanità nelle raccomandazioni ha previsto l’eventualità di uno scenario di maggiori restrizioni”. La sentenza è stata emessa e con un governo di centrodestra i cui leader (Meloni e Salvini) interrogati in diretta da Mario Giordano si sono rifiutati di rinnegare l’obbligo vaccinale e il green pass, l’inverno incombente si tinge di note cupe.