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Superbonus, arriva la proroga. Ecco per chi tornano sconto in fattura e cessione del credito

Pubblicato il 21/03/2023 20:50

Quanto anticipato nei giorni scorsi sta trovando conferma. Il governo è prossimo alla proroga, dal 31 marzo al 30 giugno, della possibilità per le villette unifamiliari di usufruire del Superbonus e ancora nella misura del 110%, secondo quanto filtra dalla commissione Finanze della Camera dei deputati, che si accinge a votare sugli emendamenti alla legge di conversione del Decreto sulle cessioni del credito (il Dl 11/2023). La votazione sui correttivi al decreto di febbraio partirà domattina e dovrebbe concludersi giovedì sera. Dalla pioggia di emendamenti, oltre trecento, spesso sovrapponibili, emerge una certa convergenza su alcuni temi, come anticipa Il Sole 24 Ore, anzitutto quello delle villette, i cui proprietari potrebbero, così, finire di pagare i lavori con l’agevolazione piena. Negli scorsi mesi era già arrivata una proroga per le villette: originariamente la data entro cui si sarebbe potuto usufruire dell’agevolazione edilizia nella sua misura piena era stata fissata allo scorso 31 dicembre 2022, a patto che entro il 30 settembre scorso avessero effettuato almeno il 30% dei lavori previsti entro il 30 settembre 2022. Non è ancora chiaro se questo limite verrà riproposto anche per l’eventuale ulteriore proroga. Poi, la data del 31 dicembre era stata differita al 31 marzo 2023. Vengono poi salvati dallo stop alle cessioni e allo sconto in fattura scattato il 16 febbraio le Onlus, le case popolari (Iacp), gli interventi con il sismabonus, ma solo nelle aree del cratere, e anche i lavori per le barriere architettoniche. Un’ultima riunione di maggioranza seguita dai contatti con il governo e le opposizioni ha permesso al relatore, Andrea de Bertoldi (Fratelli d’Italia), di esprimere ottimismo e soddisfazione per l’accordo raggiunto su alcuni temi, sui quali si va verso una “soluzione condivisa”. Tuttavia, rimane ancora l’enorme, e urgente, problema dei crediti incagliati: come ricorda l’Ance, l’associazione dei costruttori, le imprese hanno uno stock di 19 miliardi di euro che può potenzialmente portare al fallimento di 32mila aziende, facendo perdere il posto di lavoro a 170mila dipendenti nel settore, senza contare l’indotto. (Continua a leggere dopo la foto)

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La soluzione emersa durante il primo tavolo al Ministero dell’Economie e delle finanze, ovvero l’utilizzo in compensazione dei crediti degli F24 delle imprese, possibilmente esteso anche ai correntisti, è ancora allo studio della Ragioneria dello Stato e, sul punto, il ministro Giancarlo Giorgetti, già nei giorni scorsi, si era detto “freddo”, dal momento che, stando ai dati, molte banche e assicurazioni sono “ben lontane dall’aver già esaurito i propri spazi”. Altro tema sensibile: la cosiddetta norma Salva sconti. Ebbene, anche la data entro cui comunicare al Fisco di voler esercitare l’opzione della cessione del credito, per i lavori relativi al 2022, sarebbe infatti quella del 31 marzo. Secondo quanto si apprende, il governo consentirà di iscrivere il credito sulla piattaforma dell’Agenzia fin dal momento in cui viene preso in carica dalla banca. (Continua a leggere dopo la foto)

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Fonte: Il Gazzettino

Tra gli emendamenti che verranno sicuramente ammessi, numeri alla mano, compaiono proposte di Fratelli d’Italia e Forza Italia che tornano sul nodo degli effetti dei sequestri di crediti di imposta. In base alle proposte, “i cessionari in buona fede, estranei a ogni reato” non potrebbero essere destinatari di provvedimenti di sequestro preventivo, qualora dimostrassero di aver acquisito il credito d’imposta.

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