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Ora lo ammette anche Visco, la crisi non è solo colpa del Covid-19

Pubblicato il 05/09/2020 12:15

L’Italia si ritrova improvvisamente proiettata indietro nel tempo, per la precisione a quegli anni Trenta con i quali ha in comune il pil pro capite. Una regressione che secondo il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco è sì in parte legata alla crisi economica figlia della pandemia, ma anche il frutto della debole crescita che ha caratterizzato il Paese a partire dagli anni Novanta. Il frutto di scelte sbagliate che si sono susseguite nel tempo e per le quali oggi paghiamo un prezzo salatissimo.

Ora lo ammette anche Visco, la crisi non è solo colpa del Covid-19

Visco è intervenuto durante l’Esof di Trieste sostenendo come la situazione italiana sia molto più complicata di quella di altri Paesi pure alle prese con problematiche analoghe: “nessun’altra grande economia avanzata ha registrato un balzo all’indietro così ampio come il nostro”. La ricetta per tornare a una l’Italia trainata da una crescita sostenibile? “L’asset principale su cui investire è la conoscenza e bisogna poi attuare misure che rimuovano gli ostacoli che frenano l’innovazione del Paese”.

Ora lo ammette anche Visco, la crisi non è solo colpa del Covid-19

“Bisogna attuare riforme per rilanciare l’economia italiana dopo l’emergenza Covid ma queste saranno insufficienti per un paese avanzato come l’Italia se non si punterà anche sulla ricerca e sviluppo e l’istruzione” è la presa di posizione di Visco. Secondo il quale, innovazione sarà la parola d’ordine da seguire per rialzare il prima possibile la testa dopo la durissima emergenza.

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“Non ci si può basare solo sulla competitività di costi e prezzi ma sulla capacità di innovare. L’Italia è tra i paesi con il ranking più basso dell’Ocse per spesa in ricerca e sviluppo e questa è accompagnata da investimenti insufficienti nell’istruzione”. Inoltre “i dati mostrano che gli italiani non frequentano la scuola abbastanza a lungo”.

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