Un governo che continua ad andare avanti a tastoni, senza seguire un percorso lineare. Che promette, fa, disfa, sempre con estrema calma, come se fuori dalla porta non ci fosse la più grave crisi economica dell’epoca contemporanea. L’ultima trovata del governo Conte in mezzo a tanta confusione è l’ennesima miccia accesa in un’Italia con i nervi già a fior di pelle. Gli esponenti giallorossi hanno infatti innestato la retromarcia, essendosi resi conto di aver distribuito i famigerati 600 euro, arrivati tra l’altro in estremo ritardo, anche a persone con redditi annui troppi alti. E così sono prontamente corsi ai ripari.

La nuova strategia prevede da un lato un incremento degli aiuti, che dovrebbero salire fino a 800 euro ed essere confermati per due mensilità, dall’altro l’esclusione dalle agevolazioni di tutti i cittadini con un reddito superiore ai 30 mila euro lordi l’anno. Con un problema non da poco, però: come stabilire chi ancora oggi ha entrate di questa portata? Le ultime dichiarazioni dei redditi disponibili sono infatti quelle del 2018, molto prima che scoppiasse l’emergenza coronavirus. Come stabilire se ancora adesso quegli imprenditori godono dello stesso tipo di entrate, mentre il Paese è stato costretto a fermarsi e le aziende ad abbassare le saracinesche?

Il rischio è che si consumi per l’ennesima volta un’ingiustizia bella e buona. Con il bonus che continuerà ad arrivare a chi evadeva qualche tassa là e qualche tassa qua, riuscendo a mantenersi al di sotto della fatidica soglia, e sarà invece negato a imprenditori che avevano sì entrate superiori a 30 mila euro lordi, ma lo scorso anno, quando ancora le rispettive attività marciavano spedite, senza stop imposti dal lockdown. E chissà quando, tra l’altro, potranno tornarci, a certi incassi, considerando che la Fase 2 varata dal governo Conte è stata a dir poco timida, costringendo tantissime imprese a rimanere ancora con le braccia serrate.

Una strategia, quella del governo, fortemente voluta dal Partito Democratico, che ha messo nel mirino lavoratori autonomi e partite Iva. E che rischia di scatenare una lotta di classe vera e propria, tra chi si sente sotto sotto privilegiato dalle scelte giallorosse e chi invece schiuma rabbia. Esattamente quello che ci vuole, in un momento già così delicato. Anche se forse a Palazzo Chigi della crisi non si sono ancora accorti con certezza.
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