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Il debito pubblico sale al 157%. E ora il governo chiede altri 25 miliardi

Pubblicato il 28/07/2020 11:22

Neanche il tempo di finire di bearsi in pubblico per la pioggia di soldi in arrivo dall’Europa, conquistati con grande fatica dal nostro Paladino Giuseppe Conte, che il governo si scopre di colpo bisognoso di urgente liquidità. Gli aiuti di Bruxelles, d’altronde, si vedranno con estrema calma. La rapidità non è mai stata tra le principali qualità dell’Unione Europea e allora, nel frattempo, ecco i giallorossi chiedere al Parlamento il via libera per un ulteriore indebitamento per un totale di 25 miliardi di euro.

Il debito pubblico sale al 157%. E ora il governo chiede altri 25 miliardi

Un passaggio che l’esecutivo guidato dall’Avvocato del Popolo ha ritenuto inevitabile a causa del peggioramento dei conti pubblici, con i numeri evidenziati nelle Relazioni in Aula del Servizio Bilancio di Camera e Senato. Un testo nel quale si chiarisce come il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche sia fissato “all’11,9% del Pil” per il 2020, con un debito pubblico che nel frattempo è salito fino ad attestarsi al 157,6% del Pil. I soldi chiesti dal governo serviranno, in questo scenario tutt’altro che roseo, a finanziare cassa integrazione, interventi sulla scuola e dare una mano alle imprese che annaspano ormai da mesi.

Il debito pubblico sale al 157%. E ora il governo chiede altri 25 miliardi

Conte, nel frattempo, continua a cercare la strada migliore per la gestione delle risorse del Recovery Fund. L’idea del premier è quella di ridurre il ruolo del Parlamento e istituire una task force incaricata di preparare una serie di proposte. Soltanto successivamente toccherebbe a Camera e Senato esprimersi. Idea che non piace ovviamente all’opposizione ma che trova resistenze anche nella maggioranza, che spinge piuttosto per l’istituzione di due commissioni monocamerali per affiancare Palazzo Chigi. Con la possibilità di assegnare la presidenza di uno dei collegi a un esponente dell’opposizione: Renato Brunetta resta in pole position, un nome che sancirebbe la definitiva istituzione dell’asse Conte-Berlusconi.

Il debito pubblico sale al 157%. E ora il governo chiede altri 25 miliardi

Mentre l’Avvocato continua le sue manovre, si moltiplicano però gli allarmi degli economisti che vedono nei conti in rosso dell’Italia un pericoloso Tallone d’Achille al quale l’Unione Europea ha già puntato. Il Recovery Fund rischia di trasformarsi in un ulteriore strumento di controllo di Bruxelles su un Paese, il nostro, che si troverebbe a quel punto a rinunciare ulteriormente alla propria sovranità nazionale, sacrificata sull’altare dei vincoli comunitari. Con il Mes come ciliegina sulla torta: accedere agli aiuti del Salva-Stati sarebbe l’ennesimo passo in avanti, tra le braccia della Troika.

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