Non si può certo dire che il 2019 sia stato un anno spiacevole per i cosiddetti “super ricchi” sparsi per il pianeta. A partire da quel Mark Zuckerberg che si è sì visto al centro della bufera per gli errori e le violazioni della privacy del suo Facebook, con tanto di scuse ufficiali davanti al Congresso americano, ma che ha potuto consolarsi constatando gli aumenti della sua già incredibile fortuna personale: un tesoro che negli ultimi 12 mesi è cresciuto di 27,4 miliardi di dollari, Oggi, stando alla classifica di Bloomberg, Zuckerberg è al quinto posto nella graduatoria delle persone più facoltose al mondo, forte dei suoi 79,4 miliardi di patrimonio.
Ma il re dei social non è l’unico esempio in questa direzione: mentre si discute a ogni latitudine di ricette per correggere le estreme disuguaglianze di reddito nei vari Paesi, infatti, i ricchi si fanno sempre più ricchi. I loro patrimoni sono cresciuti complessivamente di 1.200 miliardi di dollari fino a raggiungere un valore di 5.900 miliardi: un incremento del 25% in un solo anno. Stando sempre alla graduatoria di Bloomberg, soltanto 52 miliardari su 500 hanno visto il loro tesoretto in calo. E si tratta quasi sempre di casi particolari, come quello del fondatore di Amazon Jeff Bezos che ha visto le sue tasche alleggerirsi a causa del divorzio (salatissimo) con la moglie McKenzie Bezos.
Per trovare il primo italiano in classifica bisogna scorrere fino alla posizione 27, quella occupata da Giovanni Ferrero. Il suo patrimonio nel 2019 è aumentato di quasi un terzo (più 9,83 miliardi di dollari fino a raggiungere quota 32,2). Più indietro Leonardo Del Vecchio con 25,9 miliardi (+5,43%), mentre Silvio Berlusconi è precipitato al 201 esimo posto con un patrimonio di 8,4 miliardi. Anche le fortune del Cavaliere sono comunque in crescita di un miliardo e mezzo.
I più “sfortunati”, quelli che si sono trovati un segno meno di fronte alle cifre del bilancio annuale, non piangono certo miseria. L’editore Rupert Murdoch, per esempio, ha registrato un calo di ben 10 miliardi, ma soltanto perché ha deciso di ripartire tra i suoi sei figli i proventi della vendita delle attività cinematografiche e di televisive della Fox alla Walt Disney. Peggio di tutti è andata ad Adam Neumann, il fondatore di WeWork, costretto ad abbandonare la sua azienda il cui valore (teorico) è precipitato da 47 a 8 miliardi. Grazie al salvataggio di SoftBank, ha comunque potuto mantenere il suo status di miliardario.
Cifre monstre che fanno ancora più clamore se si pensa ai dati di crescita delle nazioni nello stesso periodo: l’Italia, per esempio, ha visto il suo pil aumentare soltanto dello 0,1%. Nel complesso, l’intera area euro ha fatto registrare una crescita del +1,2% nel 2019, con le stime che però si abbassano da 1,5% a 1,4% per il 2020. A livello mondiale, l’aumento è del 3%.
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