La morte di Katy Skerl e i legami col caso di Emanuela Orlandi – Un mistero avvolto in un altro mistero, un rompicapo che dura da quarant’anni. La tragica fine della giovane Katy Skerl, uccisa nel 1984 a Grottaferrata, sarebbe intimamente connessa con la sparizione, che risale all’anno precedente, di Emanuela Orlandi. Non è una ipotesi inedita: già dal 2022 la Procura di Roma indaga sul trafugamento della bara di Katy, a sua volta un enigma tuttora insoluto. E ci sarebbe di mezzo anche un film di discreto successo. Ora, cerchiamo di mettere in ordine i fatti. (Continua a leggere dopo la foto)
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Chi era Katy Skerl
Catherine Skerl, detta Katy, 17 anni, era studentessa del liceo artistico e figlia del regista svedese di film hard Peter Skerl, politicamente attiva nei collettivi comunisti della Capitale. Fu trovata uccisa – strangolata col fil di ferro e con la testa nel fango – in un terreno agricolo di Grottaferrata il 22 gennaio 1984 e la sua bara, come detto, è stata trafugata dal cimitero del Verano il 13 luglio 2022, come ricostruisce per il Corriere della sera Fabrizio Peronaci, che da lunghi anni segue l’affaire Orlandi. Ma perché? E ancora: qual è il legame con la sparizione della 15enne cittadina vaticana? Torniamo, a questo punto, a occuparci di Marco Fassoni Accetti, il supertestimone non giudicato attendibile, quantunque si sia autoaccusato del sequestro Orlandi e abbia anche fatto ritrovare il flauto presumibilmente della stessa Emanuela. Dunque, è sempre un grande gioco di dettagli e di simboli. Per Accetti Katy “fu uccisa per vendetta”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il rogo sul set
Ancora non è tutto chiaro, ma qui entra in gioco il film di cui accennavamo. La pellicola in questione è Habemus Papam di Nanni Moretti (2011) che racconta di un pontefice che sente il bisogno di dimettersi, ciò che poi avvenne con Benedetto XVI, ma questa è un’altra storia. Ebbene, il primo agosto 2022 scoppiò un rogo a Cinecittà, proprio sul set del film di Moretti, e non si salvò nulla della scenografia. Secondo Marco Accetti, nascosta nella scenografia del film vi era una camicetta, quella con cui era stata seppellita Katy Skerl. La camicetta in questione avrebbe riportato l’etichetta “Frattina”, un dettaglio citato in un comunicato di rivendicazione per il sequestro Orlandi a novembre 1984. Accetti aveva infatti affermato che la bara di Katy sarebbe stata rubata al fine di “far sparire una prova del legame con il caso Orlandi”. Prosegue: “So che la Skerl fu uccisa per vendetta dal gruppo contrapposto al nostro (una fazione ecclesiastica legata ai Servizi segreti, NdA)”, dice Marco Accetti. Con il rapimento, la fazione di Faccetti intendeva attuare un duplice ricatto: da un lato frenare il fermo anticomunismo di Giovanni Paolo II , dall’altro defenestrare il capo dello Ior, Marcinkus, e recuperare i soldi inghiottiti dallo scandalo Ior-Ambrosiano. (Continua a leggere dopo la foto)
Presunti legami anche con il caso Moro
Nello scorso mese di luglio, Fabrizio Peronaci scrisse un altro articolo esplosivo sulla giovane Katy, sostenendo addirittura un legame con la vicenda Moro. Eleonora Skerl, nonna parterna di Katy, il 16 marzo era affacciata alla finestra del suo appartamento di via Stresa e assistette al rapimento di Aldo Moro e alla strage degli uomini della scorta da parte delle BR. Quella stessa mattina era stata ascoltata in Questura. Un possibile collegamento confermato dal ricercatore Alberto Fittarelli: “Certamente esercita una certa suggestione pensare che la povera Katy, giovanissima militante comunista con forti motivazioni politiche, sei anni dopo via Fani, magari incuriosita da quanto visto, sentito o raccontato in casa da sua nonna, abbia svolto indagini in proprio, imbattendosi in qualcosa di più grande di lei”. Però attenzione: in mancanza di riscontri siamo alle prese con una suggestione, per quanto sorprendente.
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