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Dichiarazione dei redditi, le detrazioni saranno valide solo se certificate. Cosa cambia

Pubblicato il 03/10/2019 16:45 - Aggiornato il 18/11/2019 17:40

Cambiano le regole anche per la dichiarazione dei redditi. A partire dal 2021 verranno introdotte le detrazioni certificate. Di cosa si tratta? Tutte le detrazioni che saranno ammesse nella dichiarazione dei redditi dovranno riguardare spese fatte con sistemi tracciabili, ovvero carte di credito, bancomat, bonifici bancari e assegni non trasferibili.

E quindi ai fini della detrazione non sarà possibile pagare in contanti il conto della clinica o della visita specialistica, anche perché tutti gli esercizi e i fornitori di servizi avranno l’obbligo di emettere la fattura elettronica e chi non se ne dota subirà le sanzioni che oggi non sono previste, in cambio di un taglio delle commissioni sul servizio.

Ci saranno poi anche le detrazioni in conflitto di interesse tra cliente e fornitore. Spiega oggi il Corriere: i contribuenti potranno infatti detrarre dai redditi, al momento della dichiarazione, alcune spese che oggi non sono previste per l’acquisto di beni e servizi in settori in cui si sospetta la maggior evasione fiscale.

Quelli dove il “tax gap”, cioè lo scarto tra fatturato e Iva effettivamente versata, è più ampio. Come nei servizi di riparazione, ma anche per quelli offerti dai professionisti, considerando che la propensione all’evasione tra gli autonomi arriva a sfiorare il 70%.

Altra svolta “storica” che si prospetta sono le detrazioni commisurate al reddito dei contribuenti, principio che varrà anche per i ticket sanitari. Il piano è quello di ridurre progressivamente l’aliquota delle spese detraibili a partire da 100mila euro lordi di reddito annuo, fino ad azzerarla del tutto per chi guadagna più di 300mila euro l’anno.

La misura dovrebbe riguardare tutte le detrazioni al 19%, dalle spese sanitarie a quelle per l’istruzione dei figli, ma forse non toccherà la detrazione degli interessi sul mutuo prima casa. Così come appare tecnicamente difficile ridurre le detrazioni sulle spese per ristrutturazioni edilizie, ecobonus e sismabonus, che variano dal 50 all’85% della spesa, se non altro perché queste si spalmano su un periodo lungo, che va da 5 a 10 anni.

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