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L’Europa regala 10 miliardi alla Francia e alla Germania. Indovinate chi paga? Ecco come ci frega la Bce

Pubblicato il 21/09/2023 19:20 - Aggiornato il 21/09/2023 19:22

L’asse franco-tedesco, plasticamente reso dal rapporto congiunto su una nuova Unione europea, è più solido che mai, a dispetto di altri – pur grandi – Paesi, come l’Italia. Il peso politico di Berlino e Parigi emerge dalla gran parte delle misure economiche, spesso sconsiderate, messe in campo dalla Banca centrale europea. Misure che abbiamo definito sconsiderate, ma forse non lo sono e sono essenzialmente mirate, in modo da avvantaggiare taluni a discapito di altri. La folle spirale del continuo e periodico rialzo dei tassi d’interesse (che più che combattere l’inflazione la sta facendo esplodere) attuato da Christine Lagarde si è tramutato in un grande regalo alle banche tedesche e francesi. Non lo sosteniamo noi, e neppure Il Fatto Quotidiano, che ha rilanciato la notizia, bensì il professor Paul De Grauwe, belga, tra i massimi economisti europei e docente presso la London School of Economics and Political Science. La Bce, con l’ultimo aumento dei tassi di un quarto di punto ha aumentato il tasso di interesse sul suo deposito a 4%, con un trasferimento totale alle banche di 146 miliardi di euro. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le conseguenze dell’aumento dei tassi

Per chi sia poco pratico di economia, spieghiamo meglio: le banche dell’Eurozona sono tenute a mantenere una riserva obbligatoria, depositati presso la Bce, per ragioni di sicurezza e di politica monetaria. Si tratta, nel complesso, di circa 160 miliardi di euro. Le riserve che eccedono quella obbligatoria possono essere comunque depositate presso la stessa Bce. Ed è qui l’euroinghippo: parliamo di oltre 4.000 miliardi di euro, e quasi esclusivamente riferibili a banche francesi e tedesche. Se, fino all’altro giorno, entrambi questi depositi ricevevano gli stessi interessi, ora gli interessi sulla riserva obbligatoria sono stati azzerati, eppure al contempo quelli sulle riserve in eccesso sono saliti e, con l’ultimo aumento dei tassi, sono aumentati dal 3,75 al 4%. Applicato su 4.000 miliardi, l’aumento di un quarto di punto si precisa in 10 miliardi di euro esatti in più, che la Bce pagherà alle banche, essenzialmente le banche tedesche e francesi, come detto. Secondo De Grauwe, la Bce avrebbe potuto evitare tutto ciò, banalmente aumentando i requisiti minimi di riserva dal 1% al 2,5% anziché effettuare un aumento dei trasferimenti. Inoltre, suggerisce ancora il professor De Grauwe, la Bce potrebbe considerare l’opzione di ridurre al 95% la quota delle riserve in eccesso remunerate con interessi. La controprova, per l’economista belga, la avremo osservando come saranno gestite le riserve in eccesso delle banche francesi e tedesche. (Continua a leggere dopo la foto)
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dieci miliardi banche bce

Le ricadute sul nostro Paese

Intanto, in Italia, in conseguenza della politica di rialzo dei tassi, salgono le rate di mutui e prestiti ma gli interessi versati ai correntisti restano a zero. Tecnicamente il tasso che fissa la Bce riguarda prestiti tra le stesse banche ma, a cascata, si ripercuote su tutti i tipi di finanziamento, al punto che per un mutuo variabile di importo medio la rata mensile è salita di quasi 200 euro, con il rischio insolvenza per imprese e famiglie. Nel 2022, ancora in Italia, il costo di un conto corrente è salito in media dell’8% con un esborso aggiuntivo per ogni correntista di 132 euro. A subire più immediatamente la decisione della Bce sono tutti i soggetti, famiglie o imprese, che hanno prestiti a tasso variabile con le banche. La rata è infatti destinata a salire ancora: secondo le simulazioni del sito Facile.it, su un mutuo da zero a tasso variabile da 126mila euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022, da quando la Banca centrale europea ha iniziato ad alzare i tassi, nel luglio 2022, una rata del mutuo variabile da 456 euro è salita ai 759 euro, in crescita del 66%. Emerge palese il rischio di un’emergenza sociale legata a rate che stanno diventando difficili da sostenere per molte famiglie.

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