Al peggio, talvolta, sembra non esserci davvero mai fine. E così nonostante le polemiche, la rabbia dei cittadini e gli allarmi lanciati da tanti economisti, ecco che la Banca Centrale Europea ha confermato la volontà di proseguire dritta per la sua strada: quella dei rialzi, il decimo consecutivo a danno dei Paesi membri, che pure speravano in una pausa, una boccata d’aria che invece è stata negata. Ancora una volta hanno vinto quindi i Paesi del Nord, i cosiddetti falchi, mentre Italia, Spagna e compagnia si trovano a dover subire le imposizioni altrui. Come spiegato dal Tempo, la Bce ha infatti alzato il costo del denaro di 25 punti base, portando il tasso di rifinanziamento al 4,50% e quello dei depositi al 4%. Un quarto di punto che pesa come un macigno. (Continua a leggere dopo la foto)
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Nel ribadire la propria linea oltranzista, la presidente Christine Lagarde ha aggiornato le stime per l’inflazione nel 2024 al 3,2%, leggermente al di sopra dei precedenti calcoli. La conseguenza è stata, ancora una volta, quella di gelare mercato e Borse. Con una notizia nascosta tra le righe dei comunicati ufficiali: i tassi potrebbero aver raggiunto il picco. (Continua a leggere dopo la foto)
Può darsi, insomma, che la Bce possa decidere che “va bene così”. Anche se alle sorprese, spiacevoli, ormai siamo da tempo abituati. Inutili i tentativi del governo italiano di alzare la voce negli ultimi giorni, con il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, che aveva chiesto all’Europa una tregua. (Continua a leggere dopo la foto)
Il risultato delle scelte della Bce degli ultimi mesi? Presto detto. Una famiglia con mutuo a tasso variabile a 25 anni sui 120 mila euro, paga oggi oltre il 60% in più rispetto a un anno fa. In cifre, la rata del mutuo viaggia ben oltre i 700 euro al mese. Dunque, il mutuatario si trova a pagare quasi 285 euro in più (+62%) rispetto alla rata iniziale di gennaio 2022. Con l’ultima stretta dell’Europa, la rata mensile del finanziamento è arrivata addirittura a 759 euro, con un aggravio di ben 303 euro rispetto a quella iniziale (+66%).