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“Vaccino e miocardite, ecco qual è la causa”. Lo studio che conferma tutto: cosa succede nel corpo

Pubblicato il 07/01/2023 09:16 - Aggiornato il 07/01/2023 10:18

Quando in passato abbiamo provato a sollevare il tema del vaccino ai più giovani, sottolineando come secondo alcune ricerche i rischi supererebbero i benefici (pressoché nulli, vista la scarsissima mortalità per Covid nelle fasce d’età più giovani), noi del Paragone siamo stati accusati di fare disinformazione. E di essere addirittura pericolosa, stando a certi autoproclamati fact-checker. Oggi, ecco arrivare l’ennesimo studio che conferma, invece, quanto avevamo ragione. Condotto da Harvard Medical School e dal Mit, è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista Circulation e da Alessandro Rico sulle pagine della Verità. Con risultati molto chiari: su due giovanissimi pazienti ricoverati a Boston è stato individuata la causa delle miocarditi nella proteina Spike presente sia nel Sars-Cov-2 sia nei vaccini. (Continua a leggere dopo la foto)

Per giungere a questa conclusione, gli autori dello studio hanno confrontato i campioni di sangue dei vaccinati sani con quelli raccolti invece tra il 2021 e il 2022 in 16 individui tra i 12 e i 21 anni colpiti da miocardite in seguito all’inoculazione con i farmaci a mRna messaggero. In questi ultimi è stato riscontrato un alto livello di Spike libera, ovvero non aggredita da anticorpi specifici. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo Francesco Broccolo, virologo dell’Università del Salento, la proteina Spike “non è legata agli anticorpi neutralizzanti che circolano nel sangue, che nei bambini e nei giovani adulti non si sono formati dopo la prima dose. Negli adulti la risposta immunitaria è più forte e gli anticorpi riescono a legare la proteina S, mentre nei bambini che sviluppano la miocardite la proteina Spike resta libera, senza legarsi agli anticorpi neutralizzanti”. (Continua a leggere dopo la foto)

I casi di miorcardite che si sono verificati a causa della vaccinazione sarebbero in media, secondo gli autori, circa uno o due ogni 100 mila dosi. Ma possono avere conseguenze anche gravi. Secondo Broccolo dovremmo quindi ormai cambiare completamente il nostro paradigma, limitandoci a suggerire il vaccino soltanto ai fragili e alle persone anziane, escludendo invece tutto il resto della popolazione.

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