x

x

Vai al contenuto

“Insostenibili e non salutari”. Se n’è accorto pure il Corriere (che cita Science): la verità sui vaccini, “vecchi” e “nuovi”

Pubblicato il 02/08/2022 11:48 - Aggiornato il 03/08/2022 13:46

Meglio tardi che mai. Anche la “grande” stampa inizia a porsi dubbi sui vaccini, vecchi e nuovi. Anche perché di fronte alla realtà è ormai difficile continuare a chiudere gli occhi e mentire a sé stessi e agli italiani. E così stamattina sul Corriere (già, proprio così) si legge: “La sperimentazione di vaccini migliori che possano valere per tutti i coronavirus e le varianti non procede e anche i vaccini aggiornati non convincono del tutto, tanto che la possibilità di continuare a utilizzare quelli già in uso non è così remota”. Il problema, però, è che anche i vaccini “vecchi” sono ormai inutili. E sono i dati a confermarlo. Come avevamo già detto analizzando uno degli ultimi report pubblicati dall’Iss, emergeva il flop totale della terza dose: circa l’80% dei morti è vaccinato con ciclo completo. 1.402 decessi ha riguardato italiani vaccinati con 3 dosi, pari al 68% del totale. Si tratta praticamente di una percentuale più alta del 67% di italiani che si sono vaccinanti con booster e cioè con almeno 3 dosi. Lo stesso vale per le terapie intensive: “Stando al rapporto dell’Iss di giugno, nel periodo 29/04/2022-29/05/2022, risultano diagnosi con ricoveri in terapia intensiva per 505 persone, di cui 411 vaccinati, vale a dire l’81,3% del totale. Solo 2 di questi hanno un ciclo incompleto di vaccino (0,4%). I non vaccinati in terapia intensiva? 92, ossia il 18,3%”. Detto questo, torniamo all’articolo del Corriere. Cos’altro aggiunge? (Continua a leggere dopo la foto)

Scrive il Corriere: “L’efficacia dei vaccini che stanno studiando aggiornamenti in base a Omicron (quelli a RNA) è buona negli studi che vengono pubblicati, ma i candidati sono basati su Omicron 1, attualmente quasi scomparsa (in Italia è allo 0,8%). La domanda che esperti ed enti regolatori si pongono allora è: vale la pena affrontare costi e impiegare risorse per aggiornare un vaccino che rischia di nascere «già vecchio»?”. Big Pharma ovviamente spinge per continuare ad alimentare la macchina e sta facendo di tutto per spingere i nuovi vaccini. Dal canto loro i governi, invece, spingono per inoculare le vecchie dosi, visto che sono state acquistate in eccesso e ora stanno scadendo in frigo. (Continua a leggere dopo la foto)

Il 26 luglio i funzionari della Casa Bianca hanno riunito scienziati, dirigenti farmaceutici ed esperti di salute pubblica in un vertice, nel tentativo di tracciare un percorso verso la creazione di vaccini migliori. “Da più parti si sono espresse le due esigenze sottese ai ragionamenti precedenti: dato che inseguire ogni nuova variante con un nuovo booster non sembra una strategia sostenibile (e salutare), ciò che serve sono vaccini di nuova generazione che inducano una protezione più ampia e più duratura contro le varianti conosciute e le future, i cosiddetti pan coronavirus, ma anche vaccini inalabili di nuova generazione che creino una barriera nasale che blocchi la trasmissione del virus”. Secondo il report dell’incontro fornito su Science a firma Jon Cohen, “al vertice non è stata portata, però, alcuna richiesta di finanziamento specifica al Congresso, né alcun piano concreto che potesse in qualche modo configurarsi come quello che ha portato il governo degli Stati Uniti a sviluppare i primi vaccini anti Covid in tempi record nel 2020”. (Continua a leggere dopo la foto)

I problemi non riguardano solo i finanziamenti in generale: Science denuncia […] che “quando sono stati sperimentati i primi vaccini anti Covid le persone non avevano un’immunità specifica al SARS-CoV-2, come deve essere per valutare l’efficacia del prodotto testato. Oggi la maggior parte di persone al mondo sono state vaccinate, infettate dal virus o entrambe le possibilità. A parte i bambini piccoli. Come condurre le sperimentazioni allora? Come valutare i risultati escludendo questa variabile? Oltre ai finanziamenti e alle difficoltà tecniche c’è anche un certo disinteresse, o meglio, «si è perso il senso di urgenza», afferma Florian Krammer, virologo presso la Icahn School of Medicine del Monte Sinai”. Grazie al cielo. Forse questa giostra sta per fare il suo ultimo giro. E in molti dovranno chiedere scusa e dare ragione al premio Nobel Montagnier che aveva già previsto tutto.

Ti potrebbe interessare anche: Aveva ragione Montagnier: l’ultimo studio che conferma le tesi del premio Nobel sull’immunità. È terremoto