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Vaccini, il mix aumenta il rischio di reazioni gravi: lo studio che lo dimostra

Pubblicato il 17/06/2021 09:27

Da giorno, ormai, il governo e il Comitato tecnico-scientifico si sbracciano nel tentativo di tranquillizzare gli italiani: “Gli Open Day AstraZeneca? Sì, probabilmente sono stati un errore, ma chi si è già sottoposto alla prima dose non ha nulla da temere”. Con strenue difese del cosiddetto “mix di vaccini”, ovvero la somministrazione di un farmaco diverso a chi ha già ricevuto quello anglo-svedese. Eppure, a ben guardare, i documenti ufficiali più recenti suggerirebbero, di contro, molta cautela. A partire dalla spiegazione dell’Aifa, l’Agenza italiana del farmaco, che ha scritto a tal proposito che “il mix vaccinale ha presentato un profilo di reattogenicità caratterizzato da una maggiore frequenza in termini di effetti collaterali locali e sistemici di grado lieve/moderato”.

Vaccini, il mix aumenta il rischio di reazioni gravi: lo studio che lo dimostra

Gli effetti collaterali, insomma, con il mix di vaccini sarebbero maggiori. Anche se, a detta dell’Aifa che ha poi dato l’ok definitivo, si tratterebbe di conseguenze di natura lieve e moderata. La stessa Agenzia ha citato due studi in merito come principali (e teoricamente rassicuranti) fonti di dati. Anche qui, però, a leggere bene le cose sembrano un filino diverse. Il primo dossier chiamato in causa è infatti quello pubblicato su The Lancet e che sostiene come “non ci siano ricoveri per sintomi sollecitati”. L’altro è una ricercat dal titolo “Reactogenicity and Immunogenicity of BNT162b2 in Subjects Having Received a First Dose of ChAdOx1s: Initial Results of a Randomised, Adaptive, Phase 2 Trial”.

Quest’ultimo documento sottolinea come, con il mix di vaccini, a fronte di una risposta immunitaria più alta le reazioni avverse riscontrate, lievi o moderate, ammontano al 98,2%. Scrivono gli scienziati autori dello studio: “È stato anche osservato un aumento di 4 volte della risposta immunitaria cellulare. Le reazioni sono state prevalentemente lievi (68,3%) o moderate (29,9%)”. Considerando che 68,3+29,9 fa 98,2%, resta quindi un 1,8% di reazioni avverse gravi. Un dato al quale bisogna aggiungere quello dello studio “Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine” pubblicato a dicembre sul New England Journal of Medicine e riportato dal National Library of Medicine (NLM): “Un effetto severo è stato osservato in circa il 4% dei destinatari”.

Non è un caso, allora, che uno dei Paesi dove si è intrapresa la strada del mix, Israele, abbia fatto retromarcia frettolosamente, come spiegato dal responsabile della campagna vaccinale Arnon Shahar: “Mixare i vaccini è una scelta che al momento andrebbe presa solo in condizioni disperate. Sarebbe ragionevole solo se ci fosse un’impennata di casi, non ci fossero abbastanza dosi per proteggere i cittadini e non ci fosse altra scelta. Non ci sono studi sufficienti sulla cosiddetta ‘eterovaccinazione’. Per ora è meglio eseguire il richiamo con lo stesso siero”.

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