Un passaggio del quale la stampa mainstream sta parlando pochissimo. E che potrebbe avere, però, conseguenze tutt’altro che secondarie per i cittadini di tutto il mondo. Di cosa stiamo parlando? Dell’accordo previsto dall’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) sulle pandemie e sulle modifiche al Regolamento sanitario internazionale (RSI-IHR International Health Regulations). Un’intesa che porterà con sé cambiamenti che, apparentemente, potrebbero sembrare di poco conto. E che rischiano di accentrare, invece, ulteriore potere nelle mani delle autorità sanitarie internazionali. Anche perché a preoccupare sono anche le modalità di approvazione: se il trattato Oms sulla pandemia andrà ratificato attivamente da ognuno dei 196 Stato membri per poter entrare in vigore, lo stesso principio non vale per le modifiche al Regolamento sanitario internazionale. (Continua a leggere dopo la foto)
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Per il via libera alle modifiche al Regolamento sanitario, infatti, sarà sufficiente l’approvazione a maggioranza semplice nel corso della prossima Assemblea Mondiale della Sanità dell’Oms, prevista per maggio 2024. A meno che un Paese membro non respinga in maniera esplicita le modifiche previste nell’arco di 10 mesi dalla riunione. Peccato, però, che il mondo della politica al momento sia tutt’altro che vigile sull’argomento, come denunciato dal partito Italexit di Gianluigi Paragone che ha invitato alla massima attenzione sull’argomento. (Continua a leggere dopo la foto)
Ma cosa comporterebbero, di preciso, le modifiche al Regolamento? Come spiegato dall’avvocato Renate Holzeisen, membro del direttivo dell’organizzazione statunitense Children’s Health Defense, il rischio è favorire “una vera e propria dittatura sanitaria”. Questo perché, sulla base del nuovo piano, spetterebbe al direttore generale dell’Oms e a una piccola commissione il compito di stabilire l’esistenza di eventuali emergenze sanitarie non solo a livello internazionale, ma addirittura regionale. (Continua a leggere dopo la foto)
In caso di approvazione delle modifiche, dunque, l’Oms potrebbe dichiarare un’emergenza sanitaria mondiale o all’interno di un singolo Paese in maniera molto più rapida, costringendo poi gli Stati (o il singolo Stato) ad attuare immediatamente le “raccomandazioni vincolanti” della stessa Oms. Tra queste, il monitoraggio della popolazione e il contrasto alle “informazioni false e inaffidabili”. Il copione visto con il Covid, insomma, potrebbe ripetersi con molta più facilità. E senza che i cittadini, ancora una volta, possano far valere i propri diritti.