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“La Ue spierà i nostri smartphone”. Ecco come l’Europa prepara il Grande Fratello: “Ogni scusa è buona”

Pubblicato il 27/02/2023 21:40

La notizia ci pare ragguardevole, eppure la apprendiamo da una sola testata, L’Indipendente, che dà conto di come l’Unione europea stia promuovendo quella che viene definita una app censoria, ovvero una applicazione digitale che consenta di applicare una censura preventiva a immagini e contenuti dei nostri cellulari e degli altri dispositivi. L’idea inziale è di predisporre un archivio di contenuti pedopornografici che sarà, in futuro prossimo, interconnesso alla app censoria. L’intenzione, come spesso accade, è lodevole, ma i rischi di una (ulteriore) stretta sulla privacy e di un controllo pervasivo in stile cinese paiono evidenti, considerato che le strategie di sorveglianza sono sempre più severe e invasive. In sostanza, il programma dovrebbe essere capace di scansionare in tempo reale i contenuti visionati sui dispositivi elettronici, così da interrompere autonomamente la visione di video e immagini raffiguranti abusi su minori. Come detto, il tutto si presenta con il profilo delle migliori intenzioni, eppure occorre proseguire nella lettura dell’articolo de L’Indipendente per leggere che la stessa Unione europea starebbe considerando l’integrazione dello strumento all’interno delle iniziative pubbliche di prevenzione sanitaria. Diverrà una sorta di Green Pass globale, uno strumento di sorveglianza poliziesca? (Continua a leggere dopo la foto)
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ue sponsorizza app scansione cellulari

Il progetto è noto come “Protech” e da marzo darà vita a una collaborazione biennale tra Regno Unito e Unione europea, coordinati dalla Università Charité – Universitätsmedizin di Berlino. Lo ha annunciato l’organizzazione britannica Internet Watch Foundation (IWF). Saranno dapprima catalogati i contenuti pedopornografici presenti in Rete, al fine di creare un archivio “CSAM” (child sexual abuse material) in cui, poi, verrà inserito un software da installare anche sugli smartphone di 180 utenti provenienti da Germania, Paesi Bassi, Belgio, Irlanda e Regno Unito. Tale fase pilota durerà undici mesi. Frattanto, attivisti e avvocati specializzati nella tutela della privacy si sono già attivati affinché gli organi comunitari per la vigilanza sui dati siano coinvolti attivamente nella formalizzazione del programma, perché questo non assuma una dimensione dissimile dalle originarie intenzioni. (Continua a leggere dopo la foto)

D’altronde, i precedenti in merito alla censura telematica non mancano: come si ricorderà, nel 2017 il governo cinese ha chiesto e ottenuto che Apple rimuovesse le applicazioni del New York Times dalla versione cinese dell’App store.

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