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“Queste auto saranno vietate”, l’ultima follia dell’Europa: ecco cosa accadrà dal 2024 (Sì è tutto vero!)

Pubblicato il 30/08/2023 18:26

Una Unione europea  sempre più pervasiva e invadente, lasciando inevase parecchie questioni forse più importanti, decide al posto nostro che veicoli dobbiamo usare, in ossequio alla nuova ideologia green – quasi una religione – che già ha portato all’assurdo divieto di vendita di auto diesel e benzina dal 2035 e alla forsennata promozione dei veicoli elettrici. Pazienza se, come più volte abbiamo scritto, sono auto che non di rado prendono fuoco spontaneamente. Peraltro, la stessa Europa ha nei giorni scorsi ordinato il richiamo di alcune auto elettriche e ibride della Ford, dimostrando una sorta di schizofrenia. Parliamo, adesso, dell’ultima crociata di Bruxelles, che riguarda addirittura le cromature delle auto, ideate dai designer per esaltare i dettagli estetici delle vetture, ma anche per proteggere paraurti e cofani dalla corrosione. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’incoerenza di Bruxelles

La Commissione europea, dunque, ha recentemente rilasciato una proposta di Regolamento sullo smaltimento dei veicoli a fine vita, inserendo nella bozza anche lo stop, a partire dal prossimo anno, alla presenza sulle automobili prodotte nel territorio comunitario di cromo esavalente utilizzato nel processo di cromatura. Elementi di abbellimento che, talvolta, hanno fatto la fortuna delle automobili più ricercate, e che ora non saranno più possibili. Sul banco degli imputati è salito, dicevamo, il cromo esavalente, tra i più pericolosi inquinanti ambientali per via delle emissioni prodotte all’atto della cromatura stessa. Si noterà l’incoerenza, vorremmo dire l’ipocrisia, di presentare misure del genere e chiudere un occhio sulle attività super-inquinanti di molte industrie europee: per fare un esempio, restando in Italia, citiamo solo lo stabilimento ex Ilva di Taranto che è responsabile, come confermato da diverse sentenze, di diversi episodi di tumori tra i residenti dell’area. Sia chiaro, non neghiamo che il cromo esavalente sia elemento nocivo e cancerogeno, se rilasciato in gran quantità nell’ambiente, ma dubitiamo che ai fini della sostenibilità ambientale e di tutela della salute pubblica possa bastare eliminare le cromature delle automobili. Sicché restano pochi mesi di tempo per permettere alle case automobilistiche di trovare alternative agli elementi cromati presenti sulle carrozzerie e negli interni delle auto. (Continua a leggere dopo la foto)
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La soluzione di Renault

L’addio alle cromature comporterà una sfida per i designer, che dovranno trovare delle alternative al cromo per i dettagli estetici delle vetture. Alcune soluzioni potrebbero essere l’uso di materiali riciclati, come l’Alcantara, o di finiture naturali, come l’ardesia o il sughero. Alcune case automobilistiche come Renault si sono già dette pronte ad adottare alternative per le loro auto: Gilles Vidal, capo progettista di Renault, intervistato dal britannico Autocar, ha dichiarato che la casa automobilistica francese “si sta già portando avanti con finiture in ardesia e sughero”, soluzioni che si aggiungono all’uso del 60% di Alcantara riciclata, laddove altri costruttori si stanno rivolgendo a processi come nichelatura e zincatura o il rivestimento a spruzzatura termica. Lo stesso Vidal, apprendiamo da la Repubblica, già nel 2018, quando era in forze alla Peugeot, proponeva l’uso del legno e dell’ottone al posto delle cromature. Invece, già da tempo Tesla ha eliminato completamente questo elemento. Una possibile soluzione viene avanzata ancora dal quotidiano romano, ovvero l’utilizzo del cromo trivalente, molto meno tossico ma con un altro tipo di controindicazioni: non è in grado di rendere lucidi e brillanti gli oggetti quanto il cromo esavalente. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’iter del Regolamento

L’iter della proposta di Regolamento avanzata dalla Commissione, prima della adozione finale e della relativa integrazione nel diritto nazionale dei singoli Stati membri, prevede ora la fase dei negoziati presso il Parlamento europeo e il Consiglio europeo.

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