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“Lo aveva deciso il giudice”. Uccide una donna in un parco pubblico, poi la scoperta choc sul suo conto

Pubblicato il 08/08/2023 10:46 - Aggiornato il 22/08/2023 09:38

Era libero di muoversi senza particolari restrizioni, se non l’obbligo di firma. Il tutto nonostante i tantissimi episodi di violenza che lo avevano già visto protagonista. Una storia assurda, che fa rabbia, quella di Nweke Chukwuka, l’uomo di origini nigeriane accusato di aver ucciso una donna di 61 anni all’interno di un parco di cittadino di Rovereto. Una vicenda che ha fatto indignare gli utenti proprio per i precedenti dell’uomo, 37enne e senza una fissa dimora: soltanto lo scorso 21 agosto 2022, infatti, aveva aggredito dei passanti e danneggiato delle auto parcheggiate in via Benacense, arteria centrale della città. (Continua a leggere dopo la foto)
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Non solo. Come raccontato da Libero Quotidiano, lo stesso giorno l’uomo aveva anche fatto irruzione in un locale armato di pezzi di vetro raccolti da una bottiglia rotta, minacciando le persone all’interno. Non bastasse, in precedenza aveva anche danneggiato un’auto dei carabinieri e aggredito un ciclista. (Continua a leggere dopol a foto)

Eppure, nonostante la lunga lista di episodi che lo aveva visto al centro di aggressioni violente e minacce, l’uomo era perfettamente libero di girare per la città. Arrivato nel nostro Paese nel 2006, Nweke Chukwuka è sposato e ha tre figli che vivono anche loro a Rovereto. (Continua a leggere dopo la foto)

Finito per un breve periodo in carcere, era obbligato alla firma quotidiana presso i carabinieri. Nelle scorse ore, il dramma: ha tentato di violentare e poi ucciso a pugni una donna di 61 anni, Iris Setti. Il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia, Pierantonio Zanettin, ha chiesto al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Il semplice obbligo di firma a cui, stando alle cronache giornalistiche, era sottoposto Nweke è una misura decisamente inadeguata a tutelare la sicurezza dei cittadini a fronte della pericolosità del soggetto. È perciò indispensabile capire perchè nei suoi confronti non siano stati disposti l’espulsione e il trattenimento in un Centro di permanenza per i rimpatri. Chiediamo al ministro Piantedosi di fare chiarezza sulla vicenda”.

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