Consulenze preziose, utili in questi tempi incerti a orientarsi nel caos dell’emergenza coronavirus. Ma anche poltrone che si moltiplicano intorno al ministero della Salute di Roberto Speranza, che si affida a un numero crescenti di esperti che gli indichino la via da seguire. Con una particolarità, però: l’appartenenza di molti di loro allo stesso partito del titolare del dicastero, alla guida del movimento Articolo Uno che mette la difesa della Costituzione al primo posto del proprio programma. Al fianco di Speranza, laureato in Scienze Politiche ed esponente prima dei Ds e poi del Pd, c’è fin dall’inizio Gualtiero Ricciardi, intoccabile nonostante le recenti critiche ricevute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma non solo.

Come racconta Antonio Rossitto sulle pagine di Panorama, ripercorrendo l’inizio dell’avventura giallorossa, a fianco di Speranza era arrivato fin da subito Alfredo D’Attorre, passato ad Articolo Uno dal Pd. A lui Speranza ha affidato una consulenza, fino al termine del mandato, in qualità di “esperto per il ministero per le questioni relative all’etica e alla bioetica”, incarico con compenso annuo di 36 mila euro. Il tutto nonostante D’Attorre fosse ricercatore universitario in Filosofia del diritto all’Università di Salerno, un ruolo che non sembrava porlo tra i massimi esperti di bioetica arruolabili, sulla carta. Oltre a lui, è presente nello staff di Speranza anche Nerina Dirindin, altra ex parlamentare di Articolo Uno.

Ex senatrice e docente di Economia e Organizzazione dei sistemi del Welfare all’Università di Torino, la Dirindin è nella squadra come “esperta di economia e politica sanitaria”, in questo caso a titolo gratuito. Come “esperto di biologia molecolare e biotecnologie applicate alla scienza della vita” è invece arruolato il novarese Carlo Roccio, candidato con il Pd alle europee del 2014. Anche per lui il compenso è di 36 mila euro l’anno, stessa cifra percepita a sua volta da Armando Cirillo, direttore del centro studi Nens fondato da Pierluigi Bersani e Vincenzo Visco. Tanti compagni di partito fanno capolino anche sul fronte “uffici di diretta collaborazione”: il portavoce di Speranza, Nicola Del Duce, era ufficio stampa di Articolo Uno alla Camera. La segretaria particolare Federica Zaino era “capo segreteria del segretario nazionale di Articolo Uno”, ovvero dell’attuale ministro della Salute.

Pezzi di sinistra che fanno capolino un po’ ovunque, intorno a Speranza. Giovanni Bissoni, ex assessore alla Sanità nella giunta Bersani in Emilia-Romagna, è ora a capo della segreteria tecnica. Massimo Paolucci, ex deputato Pd eletto europarlamentare nel 2014 ma non confermato nel 2019, è invece a capo della segreteria del ministro ed è diventato recentemente il braccio destro del supercommissario Domenico Arcuri, l’uomo scelto dal governo per affrontare la crisi Covid-19. Il suo ruolo? “Global advisor di supporto per tutte le questioni strategiche, con particolare riferimento all’acquisizione dei dispositivi e delle apparecchiature sanitarie”. Come in un puzzle, ogni tassello di marca dem trova la sua giusta collocazione. E pazienza se molti di loro hanno fallito elezioni e rielezioni: i posti liberi, intorno a Speranza, non mancano mai.
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